Roma

Rifiuti Roma, rivolta fucsia M5S di Raggi e Municipi: marcia contro Zingaretti

Raggi e i presidenti dei Municipi M5S passeggiano al Consiglio regionale: “Si a piano concordato sui rifiuti”. Il commissariamento fa paura

Rifiuti, l'emergenza Roma viene trasformata da Virginia Raggi in una responsabilità diretta di Nicola Zingaretti. A metà mattinata, blitz del sindaco Virginia Raggi al Consiglio regionale del Lazio, accompagnata dai presidenti di Municipio “fedeli”, i consiglieri comunali e regionali per dire che Roma non può e non vuole discariche nel proprio territorio.

Il sindaco di Roma in versione “Che Guevara della monnezza”, le suona di santa ragione al Governatore Zingaretti (che ci dirà che non è in Regione a chissà dove in giro per l'talia) e scoperchia il vaso di pandora dei rifiuti con la grande verità sinora sottaciuta: Roma non può e non vuole ospitare altre discariche, al massimo possono essere realizzate in quelle che sono state definite le “aree bianche tra Cerveteri, Ladispoli, Rignano, Morlupo, Magliano e Civitavecchia e questo perché chiarisce il sindaco, “a Roma arrivano ogni giorno 1,5 mln di persone che vengono, consumano e conferiscono i rifiuti a Roma. Nei comuni del Lazio la produzione di attesta a 500 kg a persona a Roma sembra che i romani ne producano 5-600. La nostra produzione viene aumentata dagli utilizzatori della città”.

Dunque, il dado è tratto: “Abbiamo già ospitato la discarica di Malagrotta per 60 anni”, tuonano in coro i presidenti dei Municipi e ora non vogliamo più discariche”. Di fronte all'ipotesi di commissariamento paventata dalla Regione Lazio e pressati dall'ipotesi che l'Unine Europea apra una procedura d'infrazione sul Lazio e su Roma, i pentastellati gettano la palla avvelenata dei rifiuti nel campo “avversario” di Zingaretti e del Pd e, seppur con toni concilianti e pronti al “dialogo” e a “ogni trattativa”, chiedono un nuovo “e vero piano rifiuti” e la riapertura di Colleferro per evitare che l'attuale emergenza si trasformi in un dramma già dalla prossima settimana.

In sintesi: l'emergenza è colpa della Regione Lazio, Roma non vuole tenersi i suoi rifiuti e il commissariamento fa paura perché segnerebbe il punto più basso della Giunta Raggi, nata con la bizzarrie dei rifiuti zero e ora alle prese con la difesa del territorio amministrato dall'ipotesi di nuove discariche. E' un muro contro muro che non si trasforma in vera battaglia solo perché uno strappo col Pd sui rifiuti di Roma potrebbe segnare l'alleanza di Governo. E allora la “protesta” dei Municipi romani guidati dal sindaco in fascia tricolore e foulard fucsia, diventa un passeggiata al Consiglio Regionale, tanto per ricordare che “le colpe dell'emergenza sono tutte della Regione”. E' una rivolta fucsia che non spezza il dialogo politico. Silenzio tombale sul caos dell'Ama.

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