Roma
Scandalo Federazione bocce: presidenza a peso d'oro. Oggi decide il Gip
Il Pm Desirè Diogeronimo dal Gip per decidere se procedere con l'indagine o archiviare definitivamente il procedimento contro De Santis Fib
di Claudio Roma
“Soldi sotto forma di un incarico inesistente con uno stipendio da 300 mila euro per 4 anni per non ripresentarsi alle elezioni della Federazione Bocce”: dopo la prima richiesta di archiviare il procedimento, torna in Tribunale la vicenda che vede coinvolti l'ex presidente Fib, Romolo Rizzoli, e l'attuale presidente, Marco Giunio De Sanctis.
L'udienza dal Giudice per le Indagini Preliminari, Emanuela Attura, prevista per le 9 di lunedì 28 settembre dovrebbe essere l'ultimo atto di una vicenda surreale e decidere se la proposta indecente di vincere le elezioni federali con il ritiro di Rizzoli dalla corsa elettorale dietro la promessa di uno stipendio certo per il quadriennio cui avrebbe rinunciato merita un 'inchiesta da parte della Procura di Roma, oppure le chiacchiere registrate e agli atti sono parole al vento.
Di fronte al Gip Attura si presenteranno il pubblico ministero, Desirè Digeronimo, e il presidente in carica della Fib, Marco Giunio De Sanctis, difeso dall'avvocato Luca Petrucci. Contro il Pm e le richieste di archiviazioni, l'ex presidente della Fib sino al 2017, Romolo Rizzoli, difeso dall'avvocato Enrico Napoletano che ha presentato istanza avversa l'ennesima archiviazione del procedimento.
Udienza veloce sì ma con attesi colpi di scena che potrebbero aprire nuovi scenari non solo sulla presidenza De Sanctis, ma sull'intera gestione della Federazione Italiana Bocce. La tesi difensiva è chiara e gira intorno al rapporto conflittuale tra Rizzoli e De Sanctis entrambi coinvolti nelle elezioni alla presidenza della Federazione, tesi che cancellerebbe l'audio della registrazione del pranzo tra De Santis e Rizzoli che aveva fatto gridare alla corruzione, dando il via all'indagine della magistratura sportiva che con velocità supersonica ha aperto e chiuso l'indagine con un deferimento dei due contendenti e culminato con una richiesta di patteggiamento da parte di Marco Giunio De Sanctis.
Dunque, il Gip Attura ha di fronte a sé tre diverse possibilità: obbligare il Gip a formulare un'imputazione coatta a carico del presidente uscente De Santis e aprire il processo a suo carico; restituire gli atti al Pm e ricominciare col gioco dell'oca di indagini e richieste e, terza possibilità mettere la parola fine alla storia che si trascina dal 2017 e scrivere un precedente giuridico per qualsiasi tentativo di incidere su competizioni elettorali. Se dovesse passare la terza ipotesi, chiunque potrebbe offrire denaro in cambio di una “non candidatura”, senza incorrere nei rigori della legge.
Poi c'è l'ultimo colpo di scena ed è quello che dovrebbe superare l'impasse sulle indagini infinte partite dal 2017. L'estrema lunghezza del procedimento avrebbe attirato l'attenzione del ministero della Giustizia: non si esclude quindi una nuova indagine, questa volta su chi ha indagato.
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