Pillole d'Europa

PENSIONI, AFRICA – EU, SPAZIO, LABORATORI E DIDATTICA MUSEALE

Boschiero Cinzia

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: Ci sono fondi europei per  iniziative quali laboratori didattici museali in Unione europea? Lamberto Furno

Risposta: sì. Ci sono diversi laboratori didattici museali in Unione europea. In Italia molto attivo è il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano che partecipa anche a diversi progetti europei; ha attivato diversi laboratori molto interattivi per ragazzi dai 10 ai 14 anni che hanno potuto mettersi nei panni dell’equipaggio di astronauti in missione sul Pianeta Rosso nel laboratorio Base Marte, che ricrea una base marziana come scenario innovativo per sperimentare le STEM attraverso un inedito gioco di ruolo dal vivo; laboratori interattivi per scoprire quanta chimica si nasconda nel cibo tra gelati e dolci esperimenti nell’i.lab Alimentazione, per approfondire e sperimentare in prima persona il metodo di lavoro di Leonardo da Vinci nell’i.lab Leonardo e costruire orti stellari nell’ilab Genetica; ha al suo interno interessanti esposizioni permanenti dall’Area Spazio con il frammento di Luna proveniente dalla missione Apollo 17. Diversi i progetti museali didattici realizzati con fondi europei quali ad esempio il progetto transfrontaliero della rete museale della Carnia "CarniaMusei" che era stato avviato nel 1998 grazie a fondi europei, allo scopo di dare visibilità e valorizzare il patrimonio culturale del territorio, attraverso la promozione congiunta e la progettazione di attività didattiche, di animazione e di eventi culturali nelle singole realtà. Ai primi cinque musei maggiori aderenti si sono successivamente aggiunte numerose piccole strutture, collezioni private ed esposizioni permanenti. Ci sono poi progetti con fondi dal Ministero della Cultura, grazie al PNRR, che arrivano a diversi enti, ad esempio all’Università di Parma saranno dati oltre 870mila euro per il Museo di Storia Naturale e per il Centro Studi e Archivio della Comunicazione - CSAC. L’Ateneo ha infatti partecipato con due progetti al bando ministeriale dedicato alle proposte di intervento per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei musei e luoghi della cultura pubblici, con l’intento di ampliare significativamente l’accessibilità e la condivisione del proprio patrimonio prestando particolare attenzione ai temi della sostenibilità e dell’inclusione. I fondi europei si utilizzano da diverso tempo si pensi ad esempio al progetto "CU.LTUR.A. -Cultura, Lavoro, Turismo, Arte: i beni museali e l'informazione tecnologica nell'Emilia-Romagna per i visitatori, i turisti, i cittadini europei", avviato nell'ottobre 1998 e conclusosi nell'aprile 2000, che ha raccolto una compagine articolata di istituzioni e operatori appartenenti aidiversi ambiti della cultura, della ricerca, del turismo e della formazione. Nell’ambito del programma Europa Creativa, Sezione Transettoriale, è stato pubblicato un nuovo bando intitolato “Laboratorio per l’Innovazione Creativa” (id: CREA-CROSS-2023-INNOVLAB) che cofinanziare progetti riguardanti l'ideazione, lo sviluppo e/o la diffusione di strumenti, modelli e soluzioni innovativi applicabili al settore audiovisivo e ad altri settori culturali e creativi anche museali con elevato potenziale di replicabilità. Tali strumenti, modelli e soluzioni mirano a favorire la competitività, il processo di ecologizzazione, la cooperazione, nonché la circolazione, la visibilità, la disponibilità, la varietà di contenuti e l'incremento del pubblico in tutti i settori culturali. Il bando ha un importo di 5.438.131 euro e si può partecipare entro il 20 aprile 2023.

Domanda: ci sono tagli alle pensioni italiane maggiori rispetto ad altri Stati europei? Nuccia Cisplani

Risposta: sì. Lo abbiamo chiesto ad uno dei massimi esperti, il prof. Michele Poerio, presidente di Federspev che ci ha detto “rispetto ad altri Stati europei siamo molto tassati come pensionati, si pensi che molti si rifugiano in Portogallo dove non si pagano le tasse alte come in Italia.  Dal primo gennaio 2023, e per il prossimo biennio (2023 – 2024), non opereranno più le 3 fasce di rivalutazione a scaglioni rispetto ai diversi importi di una stessa pensione, cioè + 100 % indice Istat per gli importi fino a 4 volte il minimo Inps, + 90% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo e + 75% per gli importi oltre le 5 volte il minimo anzidetto (fasce riprese dalla legge di bilancio 234/2021 del Governo Draghi sulla falsariga della legge 388/2000), per ritornare ai ben più penalizzanti ed ingiusti criteri introdotti dal Governo Letta con legge 147/2013, secondo cui la rivalutazione avveniva secondo una unica percentuale, decrescente rispetto al valore complessivo dell’assegno e sull’intera misura di una singola pensione, senza alcuna fascia di garanzia rivalutativa vera almeno per una quota parte della stessa. Il legislatore odierno pensa più a ritassare le pensioni medio-alte in godimento piuttosto che difenderne il valore dagli insulti inflattivi. Come Federspev la categoria fiscale cui apparteniamo (mediamente oltre 55.000 euro lordi anno di reddito), rappresenta quasi il 5% di tutti i contribuenti italiani e sostiene già quasi il 40% del gettito IRPEF totale del Paese. Questa tassazione italiana è impropria,  rappresenta una vera patrimoniale sulle pensioni medio-alte e non possiede neppure i requisiti richiesti al prelievo tributario legittimo (art. 53 della Costituzione), vale a dire la generalità del prelievo e la proporzionalità dello stesso. La perequazione delle pensioni medio-alte in Italia rispetto ad altri Stati europei è stata azzerata o fortemente limitata, in 13 degli ultimi 17 anni (76,47% del periodo), calpestando fondamentali principi costituzionali ( in particolare quelli degli artt. 3, 36, 38, 53)”.

Domanda: ci sono aiuti europei per l’Africa? Vincenzo Riummo

Risposta: sì. C’è ad esempio il   Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa avviato dai partner dell'UE e africani; è stato deliberato pacchetto di investimenti Africa-Europa da 150 miliardi di euro. Gli Stati africani e l'Unione Europea cooperano attraverso vari quadri, ad esempio l'accordo di Cotonou  e la strategia comune Africa-UE. L'accordo di Cotonou è il quadro generale per le relazioni dell'UE con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) che disciplina le relazioni dell'UE con 79 paesi, tra cui i 48 paesi dell'Africa subsahariana. La strategia comune Africa-UE, adottata nel 2007 come canale formale per le relazioni dell'UE con i paesi africani, è stata convenuta dall'Unione africana e dalle istituzioni dell'UE, come anche dai paesi africani e dell'UE. La strategia è attuata attraverso piani d'azione periodici. L'UE finanzia iniziative e programmi di sviluppo a beneficio di vari paesi in tutta l'Africa. La maggior parte dei finanziamenti proviene dal Fondo europeo di sviluppo (FES), che per il periodo 2014-2020 ad esempio ha avuto a disposizione un bilancio pari a 30,5 miliardi di EUR. L'Unione Europea elargisce dal 2022 ai paesi dell'Unione Africana 150 miliardi di euro in sette anni. Le risorse di questo investimento provengono dalla strategia Global Gateway, che investe 300 miliardi di euro in partnership strategiche per l'Unione. L'Unione Africana è la prima destinataria di queste risorse, che saranno investite in Africa per accelerare la transizione ecologica, la trasformazione digitale, la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro, rinforzare la sanità pubblica, la formazione. Tra le fondazioni più attive per la qualità dei progetti in Africa si segnala la Fondazione Nuccia Invernizzi che realizza diversi progetti in Zambia, tra questi presso la scuola di Lukamantano (Lusaka) fornisce pasti caldi a tutti gli 800 studenti; presso la comunità di Mother Emelda a Chibombo nel cuore dello Zambia è attivo il progetto «Donna» con assistenza per la salute, l'educazione, l' autodeterminazione delle donne africane grazie a progetti e assistenza con microcredito; presso la casa famiglia di Luanshya Sister Margaret continua ad educare, nutrire ed amare le bambine orfane e la Fondazione Invernizzi provvede a loro in toto. La Fondazione Nuccia Invernizzi è un’organizzazione senza scopo di lucro nata per promuovere la solidarietà sociale e umanitaria. È un’organizzazione indipendente, non politica e mira ad aiutare la popolazione dei paesi in via di sviluppo, in particolare i bambini dello Zambia. La Fondazione Nuccia Invernizzi è attiva in Svizzera grazie ad un gruppo di volontari non retribuiti, ed in Zambia tramite un’associazione non governativa locale.

Domanda: ci sono fondi europei per progetti di ricerca e di divulgazione scientifica sullo spazio? Cristina Pinto

Risposta: sì. Nell'ambito del programma Horizon Europe sono stati stanziati oltre 48 milioni di euro per favorire lo sviluppo di applicazioni e soluzioni downstream che sfruttino i dati e i servizi del programma spaziale dell’Unione Europea ovvero Galileo, Copernicus, EGNOS e, per la prima volta, anche di GOVSATCOM. Ci sono fondi anche per avvicinare le persone allo Spazio, ad esempio l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e il Cern di Ginevra hanno messo a punto un’altra strategia per accorciare le distanze tra giovani e scienza. Con il progetto Art and Science across Italy, finanziato dall’Unione europea e dal Miur, si promuove la cultura Steam tra gli studenti dei licei, coniugando i linguaggi dell’arte e della scienza. La prima competizione universitaria di lancio di razzi in Europa si è svolta in Portogallo, con la European Rocketry Challenge (Euroc) promossa dall’Agenzia spaziale portoghese con il sostegno dell’Unione europea. L’Unione europea finanzia 49 progetti di ricerca sullo spazio con 200 milioni di euro gestiti dall’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDea) e dall’Agenzia del programma spaziale dell’Ue (Euspa). I progetti spaziali riceveranno 1,6 miliardi di euro durante i sette anni di implementazione di Horizon Europe, ossia in media 225 milioni di euro all’anno, comprese le attività delegate all’Euspa.