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Comunardo Niccolai è morto: re degli autogol, scudetto col Cagliari di Riva

di redazione sport

Calcio in lutto, addio a Comunardo Niccolai stopper del Cagliari campione d'Italia

Comunardo Niccolai è morto: re degli autogol, scudetto col Cagliari di Riva

Il calcio piange la morte di Comunardo Niccolai a 77 anni, uno dei grandi protagonisti dello scudetto vinto nel 1970 dal Cagliari guidato da 'Rombo di tuono' Gigi Riva. Nella squadra campione d'Italia era perno difensivo e giocava come stopper. Celebre anche per i suoi autogol che furono 6 (Riccardo Ferri e Franco Baresi successivamente lo superarono, a quota 8), passò alla storia quello nello scontro diretto del 1970 contro la Juventus a Torino, quando con una sua deviazione di testa su cross di Furino anticipò Alobertosi e diede origine alla prima rete bianconera (poi Riva pareggiò una partita che si concluse poi sul 2-2). Comunardo Niccolai giocò anche in nazionale, prendendo parte ai mondiali del 1970 in Messico. Per lui 3 presenze totali con la maglia dell'Italia e una nella rassegna iridata (la prima contro la Svezia, in cui si infortunò dopo 37 minuti) che vide la squadra azzurra laurearsi vice-campione dopo la leggendaria vittoria in semifinale contro la Germania (4-3 con il gol partita di Gianni Rivera) e la sconfitta in finale contro il Brasile di Pelè (4-1). Nato ad Uzzano, in provincia di Pistoia, il 15 dicembre 1946, con il Cagliari ha giocato per 12 stagioni collezionando 228 partite e 4 reti. Proprio il Cagliari ha dato l'annuncio della morte di Comunardo Niccolai in cui ha ricordato la carriera del grande calciatore toscano. Ecco il comunicato del club sardo.

Chi era Comunardo Niccolai, il ricordo del Cagliari con cui vinse lo scudetto nel 1970

"Tutto il Cagliari Calcio piange la scomparsa di Comunardo Niccolai, indimenticabile protagonista dello Scudetto del 1970. Era nato a Uzzano, piccolo centro in provincia di Pistoia, il 15 dicembre 1946. Deve il suo curioso nome di battesimo al papà, Lorenzo, che lo chiamò Comunardo in omaggio alla Comune di Parigi.

Dopo gli inizi nel vivaio del Montecatini, Niccolai arrivò giovanissimo in Sardegna, alla Torres. Era il 1963: giocò 22 partite in Serie C, segnalandosi tra i migliori prospetti della categoria. Un’ottima stagione che gli valse l’attenzione del Cagliari, che lo acquistò precedendo tutte le squadre interessate al suo cartellino. Niccolai confermò le sue doti anche in rossoblù, anche se inizialmente dovette fare da riserva al più esperto Vescovi. Con la partenza di quest’ultimo nel 1968, si impossessò definitivamente della maglia numero 5. Rimase al Cagliari sino al 1976, per poi trasferirsi al Perugia e chiudere la carriera al Prato. Col Cagliari ha totalizzato oltre 270 presenze con 6 gol all’attivo".

"Intraprese quindi la carriera di allenatore all’interno della Figc -si legge sul sito del Cagliari Calcio -. È stato apprezzato selezionatore delle giovanili azzurre tenendo a battesimo giocatori che avrebbero scritto la storia della Nazionale, come Gianluigi Buffon e Francesco Totti. Nel 1993-94 ha guidato la Nazionale maggiore femminile. Il suo nome è tradizionalmente legato agli autogol, alcuni dei quali rimasti celebri. Lui stesso ne parlava con filosofia e autoironia: 'All’inizio mi dava fastidio ma poi ci ho fatto l’abitudine. Ci sono giocatori che hanno fatto un’ottima carriera ma non se ne ricorda nessuno; io almeno ho lasciato un segno nella storia del calcio italiano'".

"Sarebbe tuttavia ingiusto limitare la carriera a questi sfortunati contrattempi. In realtà, Niccolai è stato un difensore di grande valore, arcigno, attento in marcatura, ma anche bravo ad uscire dall’area palla al piede e testa alta -sottolinea il Cagliari-. I suoi interscambi col libero, Cera o Tomasini, hanno precorso i tempi: col passare degli anni, lo scambio di posizione tra i centrali è diventata una prassi nel modo di difendere richiesto dal calcio moderno. L’eccezionale rendimento del reparto arretrato nell’anno dello scudetto (11 soli gol al passivo, record tuttora imbattuto nei campionati a 16 squadre) lo si deve anche al suo formidabile apporto. Non a caso, venne inserito nella lista dei 22 azzurri convocati per i Mondiali del Messico. Il Ct Ferruccio Valcareggi lo schierò titolare nella prima partita contro la Svezia. Sono 3 le sue presenze in azzurro. Niccolai lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene. Un maestro di calcio e di vita. Grazie di tutto, Comunardo".