Giacomo Agostini e l'età dell'oro: la mostra cult a Lovere
Talento, determinazione, coraggio. E, prima di tutto, passione. Sono questi i valori che hanno fatto di un uomo un mito: Giacomo Agostini, il più grande campione di motociclismo di tutti i tempi, celebrato, a 50 anni dal suo primo alloro mondiale, con la mostra «Giacomo Agostini. L’età dell’Oro.» e l’installazione temporanea «Del valoroso e del suo destriero», entrambe volute da Forni Industriali Bendotti, storica impresa di Costa Volpino che si accinge a festeggiare i suoi primi 100 anni di attività.
La mostra che sarà ospitata all’Accademia Tadini di Lovere, paese di cui Agostini è originario, dal 2 giugno al 3 luglio prossimi, vedrà esposti i cimeli di una carriera storica. La prima volta che il grande campione salì su un ciclomotore, infatti, aveva 11 anni. Un Aquilotto della Bianchi per partecipare alle gare locali di gincana. Da allora, la sua storia è diventata leggenda: detentore di 15 titoli mondiali, Agostini ha vinto 123 Gran Premi riuscendo a guadagnare il podio in 163 delle 190 gare disputate. Nella classe 500 ha ottenuto 8 titoli mondiali con 68 vittorie nei GP e nella “350″ 7 mondiali e 54 vittorie nei GP. Ma il suo palmarès si è fregiato anche di 20 titoli nazionali e di un totale di 311 vittorie in gare ufficiali, vincendo nel 1968, nel 1969 e nel 1970 tutte le gare delle classi 500 e 350 nel motomondiale, diventando il pilota vincitore di più gare iridate (19) in uno stesso anno (1970).
Un percorso puntellato di oggetti come lo storico primo casco accompagnato dall’indimenticabile prima tuta, e poi i trofei, i più importanti e quelli mai mostrati prima, le coppe strette dal campione sui podi più importanti del mondo e finanche il taccuino su cui segnava le informazioni utili per ogni tracciato. «La famiglia Bendotti, con cui sono amico da tantissimi anni, mi ha fatto un grandissimo regalo. Vedere questi cimeli in fila uno dopo l’altro è emozionante e anche un po’ malinconico: mi mancano le gare! Mi manca l’odore degli pneumatici sull’asfalto, il cuore che batte prima della partenza, infilare la curva per un sorpasso inaspettato per tutti e certe volte anche per me. Oggi il motociclismo è molto diverso da un tempo, ma altrettanto bello» - ha commentato Giacomo Agostini, diventato fuoriclasse delle due ruote quasi per caso: figlio di un padre che lo voleva ragioniere, il giovane Giacomo, appassionato di motori, poté coronare il suo sogno grazie a un amico del padre. Il notaio di famiglia a cui il papà di Giacomo chiese consiglio che, confondendo il motociclismo con il ciclismo, diede il suo assenso con la motivazione che un po’ di sport avrebbe sicuramente giovato al ragazzo tanto minuto.
Ragazzo poi diventato uomo, infine mito. Mito a cui è dedicata anche l’installazione che sarà svelata il prossimo 2 giugno in piazza XIII Martiri a Lovere firmata dall’architetto Mauro Piantelli (De8 architetti), dal titolo «Del valoroso e del suo destriero». Un’opera inneggiante alla velocità, al dinamismo, all’azione. Alla vita fatta di attimi e percezioni, in cui il campione Agostini si fonde in un unico abbraccio con la sua comunità, quella dei loveresi. Memoria di un tempo eroico del motociclismo, lo stesso tempo in cui nacque l’amicizia tra Giacomo Agostini e i due fratelli Bendotti, Tino e Tita, la cui azienda si appresta a festeggiare i primi 100 anni di attività.
Anniversario che sarà celebrato anche con uno straordinario concerto del pianista Stefano Bollani che sarà ospitato a Costa Volpino, presso i Capannoni Bendotti, il prossimo 24 giugno. Un percorso musicale che rivive i 100 anni dell’azienda attraverso ogni decennio con un brano storico della canzone italiana. Sfondo del concerto: un forno a carro da 100 tonnellate rigorosamente firmato Bendotti. Impossibile non fare il pieno di emozioni. Concerto a ingresso libero su prenotazione obbligatoria sul sito www.bendotti.it oppure presso Palazzo Tadini di Lovere a partire dal 2 giugno 2016.