Sport

Mondiali, infortunio choc per Beiranvand. Giocatori Iran non cantano l'inno

Iran giocatori non cantano l'inno per protesta contro il regime prima del match contro l'Inghilterra. Beiranvand, bruttissimo infortunio al volto

Mondiali 2022 Qatar, Inghilterra-Iran (6-2): Beiranvand, infortunio choc

Inghilterra-Iran, infortunio choc per il portiere Beiranvand nel match dei Mondiali di calcio 2022 in corso in Qatar: scontro di gioco durrissimo per l'estremo difensore della selezione iraniana, rimasto a terra con una vistosa perdita di sangue. Gioco fermo per 10 minuti, poi è uscito dal campo in barella. Il match - che ha visto il recupero record di 27 minuti - è stato vinto 6-1 dagli inglesi: gol del vantaggio di Belligham (dopo cinque minuti), doppiette di Saka e Sterling, a segno anche Rashford e Grealish. Doppietta di Taremi per l'Iran (del momentaneo 4-1 e del 6-2 finale u rigore al 103°).

Inghilterra-Iran, Beiranvand scontro durissimo per il portiere iraniano

Il portiere iraniano Alireza Beiranvand si è scontrato con il compagno di nazionale Majid Hosseini: i medici dell'Iran hanno provato a curarlo perché lui voleva a tutti i costi restare in campo nel match contro l'Inghilterra, ma dopo una decina di minuti, il 30enne si è dovuto arrendere: il ct Queiroz lo ha sostituito con Hossein Hosseini.

 


Inghilterra-Iran, i giocatori iraniani non cantano l'inno nazionale per protesta ai Mondiali 2022 in Qatar

Prima dell'inizio del match contro l'Inghilterra è esplosa una clamorosa protesta dei giocatori dell'Iran. I calciatori della nazionale di Queiroz non hanno cantato in campo l'inno nazionale. Un gesto per esprimere dissenso contro il regime scendendo in campo al fianco delle rivolte in atto nel Paese. I tifosi iraniani li hanno supportati e hanno anche esibito uno striscione con le scritte "Woman, Life, Freedom" e "Freedom for Iran". I giocatori dell'Inghilterra si sono invece inginocchiati in campo prima dell'avvio del match. Un gesto antirazzista che i giocatori dei 'Tre Leoni' hanno sempre compiuto dalla morte di George Floyd nel 2020 e che in questo caso era a sostegno alle proteste in corso in Iran.