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Mondiali, la convocazione che ci regala Pablito

Rossi, cognome particolarmente diffuso in Italia, ma provate a pronunciarlo in Brasile. Nella terra carioca equivale ad evocare il diavolo in persona, il sinonimo di una delle più cocenti disfatte calcistiche. Per l’Italia del pallone è il sinonimo del terzo mondiale. Uno dei più grandi calciatori dell’era moderna: veloce, agile, un fulmine in aria di rigore, con visione del gioco e della posizione e con un incredibile senso del gol. Ma Paolo Rossi, prima di quella estate, era un calciatore in bilico tra la mediocrità e la fine della sua carriera, inimmaginabile per chi è abituato a vederlo nell’olimpo dei grandi campioni. Qualche anno prima nella stagione 77-78, in forza alla squadra vicentina, segna 24 gol in 30 partite arrivando secondo alla Juventus, con cui lotta con la sua squadra per tutto il campionato.

PAOLO ROSSI, IL RICORDO DEL DIRETTORE DI AFFARITALIANI.IT, ANGELO MARIA PERRINO

pablito

Anch'io, juventino dai tempi di Omar Sivori e appassionato di calcio, serbo un bellissimo ricordo di Paolo Rossi. Pur essendo quasi un mito era rimasto una persona buona, semplice e gentile, per niente montata dal successo straordinario ottenuto sul campo. L'avevo incontrato recentemente in occasione  della presentazione dei palinsesti Rai e non mi ero trattenuto dal travolgente desiderio infantile di conoscerlo e parlargli. Mi ero presentato, come direttore di Affaritaliani.it e lui di rimando e con un grande sorriso: "Che piacere e che onore conoscerla, sono un lettore affezionato del suo giornale. Ma lo è soprattutto mia moglie, che è sempre online su Affaritaliani.it poiché apprezza molto la vostra informazione indipendente".

In quel momento aveva con la sua semplicità e naturalezza capovolto i ruoli e le gerarchie tra noi due, spogliandosi di ogni blasone personale e facendo di me, che ero come un bambino emozionato al suo cospetto, la persona importante...

Grande Paolo, per i tuoi gol, per la gioia e la fierezza che ci hai dato di essere italiani, per la bella persona che eri.

Riposa in pace, grande indimenticabile campione.

Angelo Maria Perrino

Partecipa ai Mondiali del 78 e, insieme ad Antonio Cabrini, è il più giovane atleta: 3 gol in 7 partite e un quarto posto meritato. Eppure la stagione successiva è per lui la più nera: viene squalificato per due anni, salta l’europeo e nessuno è più disponibile a dargli fiducia. Lui per primo non crede più in se stesso e le sue condizioni atletiche sono precarie. Al termine della squalifica viene convocato in nazionale per il mondiale spagnolo del 1982. Ha giocato solo 3 partite in due anni e scoppiano le solite polemiche. Ma è la convocazione che gli cambia la vita e la carriera.

Dietro questa scelta, il Ct della nazionale Enzo Bearzot, un uomo di calcio testardo, colto, convinto che il valore umano sia più forte della tecnica e della potenza. Un uomo capace di costruire mentalità e squadre vincenti. Bearzot sa che Rossi, opportunamente motivato, può fare la differenza. Ma contro di lui 50 milioni di Ct in pectore. Viene schierato titolare dalla prima partita del mondiale e il girone di qualificazione viene superato mediocremente, in mezzo a mille polemiche.

La fase dei quarti è impossibile, l’Italia deve affrontare Argentina e Brasile e tutti pensano che tornerà a casa prima della fine. Bearzot fa scudo al suo atleta, difende Rossi dagli attacchi della stampa e insieme al gruppo costruisce le condizioni necessarie ad affrontare sfide apparentemente impossibili. E cosi viene liquidata l’Argentina di Maradona e il Brasile di Falcao. Inizia lera di Pablito. Contro la Polonia in semifinale sfodera una doppietta memorabile e in finale contro la Germania, il primo gol che apre la cavalcata della nazionale verso la Coppa. Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo….Inizia una nuova fase della sua vita : lo aspettano squadre importanti ed un finale di carriera da numero UNO. Pallone doro 1982, considerato tra i 100 migliori giocatori del secolo, record di migliore marcatore della Nazionale.

Bearzot, avevi ragione tu! Pablito, non ti dimenticheremo mai!

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