Sport

Milan, colpe ed errori della società, oltre Fonseca

Il cambio sulla panchina rossonera ha ragioni molto più profonde della semplice gestione tecnica

Da Ibrahimovic a Cardinale, le colpe della dirigenza del Milan

Mentre Fonseca lasciava, solo, e comunicava da solo il suo esonero dentro San Siro c'era chi dall'alto dei suoi 30 e passa anni a Milanello ammetteva sconsolato che "una cosa del genere non si era mai vista. Una volta non funzionava così".

Da Galliani a Ibrahimovic

Quanto successo ieri infatti è l'esatto specchio della situazione dirigenziale dentro al Milan. La gestione comunicativa dell'esonero del tecnico portoghese è infatti quanto di peggio e di più lontano dalla storia rossonera. A partire dal fatto che le "veline" sull'esonero di Fonseca sono state fatte circolare addirittura prima della gara delicata con la Roma; ma il dopo gara, se possibile, è stato anche peggio.

Alle 23 tutta la stampa di fatto dava la notizia dell'esonero di Fonseca invece di un comunicato ufficiale il povero allenatore portoghese veniva mandato (solo come non mai) davanti ai giornaisti a ripetere che "non aveva avuto alcuna notizia del suo esonero..." etc etc etc. Poco dopo nei sotterranei dello stadio l'incontro e l'esonero che lo stesso Fonseca annunciava alla stampa. Non un dirigente, non un comunicato ufficiale, niente e nessuno ci ha messo la faccia. Dirigenza assente ingiustificata.

Eppure proprio la comunicazione è stata ai tempi di Berlusconi la vera forza, la "specialità della casa". Galliani a quanto pare non ha insegnato nulla a nessuno. Oggi comanda l'Ibra "Style", fatto di dichiarazioni piuttosto sopra le righe. Come quella del proprietario della squadra, Jerry Cardinale, di pochi giorni fa sull'Inter vincente ma in bancarotta. Frasi che hanno portato alla replica del presidente nerazzurro Marotta che le ha definite fuori luogo, inesatte ed inopportune.

 

Ma non è solo una questione di comunicazione.

Il Milan, inteso come società, ha inanellato errori clamorosi dallo scorso giugno. A cominciare dalla scelta dell'allenatore. Il No a Conte ci può anche stare, pur se era quello preferito dai tifosi, quello che non va bene è il passo indietro sulla prima scelta, quel Lopetegui prima scelto, ma poi scartato vista la violenta protesta della tifoseria. Fonseca è stato quindi un ripiego fin dal principio e non poteva che finire così.

Per non parlare poi degli errori di mercato: la cessione di Kalulu alla Juventus non ha alcuna spiegazione logica per una squadra bisognosa di difensori ed ora si rischia il bis con la possibile vendita di Tomori. Manca una punta giovane, forte, da affiancare a Morata che di fatto prosegue la linea dell'attaccante "stagionato" dopo Giroud. Emerson Royal si sta dimostrando un flop clamoroso. Ci sono poi i big: le polemiche attorno a Leao e Theo Hernandez in cui Fonseca è stato lasciato solo contro loro e contro tutti danno l'idea della situazione.

Tutto questo non è sfuggito ai tifosi che ormai da due partite bombardano la proprietà con critiche e cori "Vattene, devi vendere" piuttosto espliciti. Ma la situazione è tutt'altro che rosea al punto che anche dentro Casa Milan c'è chi comincia a nutrire dubbi sulle reali camacità manageriale di Ibra e Furlani, che però hanno la totale fiducia di Cardinale.

Sergio Conceicao ha tanto lavoro da fare, in un clima ostile. Non sarà facile per lui ma l'esonero di Fonseca mette i dirigenti del Milan spalle al muro. Nel mirino, da oggi, ci saranno solo loro, nessun altro.

TUTTE LE NOTIZIE DI SPORT