Sport

Mondiali scherma, Olga Kharlan e i 4 paradossi di una partita di sciabola

di Giacomo Costa

La sciabolatrice ucraina Olga Kharlan è emersa come atleta che si è coraggiosamente per le sue convinzioni patriottiche, ma occhio ai "paradossi"

4- Il paradosso della rappresentanza

Supponiamo che una squadra russa ai campionati mondiali di Milano fosse presente e che la Smirnova ne fosse un membro. Allora la Kharlan avrebbe avuto ragione di rifiutarsi di stringerle la mano, perché la Smirnova avrebbe “rappresentato” il paese invasore? Così sembra pensare, ad esempio, anche Daniele Dallera del Corriere della Sera, che il 28 Luglio ha scritto. Se colui a chi si nega la stretta di mano rappresenta chi è in guerra con il tuo Paese e lo bombarda da un anno e mezzo, forse può passare la voglia di lanciare cenni di intesa.

Ma “colui” avrebbe “rappresentato” la Russia nella scherma, attività totalmente pacifica, non nella diplomazia e meno ancora nella condotta della politica; per un fondamentale principio etico-giuridico di civiltà, quello della responsabilità individuale. Nessun cittadino può essere ritenuto responsabile di ciò che fa il suo governo. E’ strano che siano dei difensori dei “valori dell’Occidente” a militare invece per il tribalismo.