Pensioni, Ocse: in Italia la maggiore spesa assegni di reversibilità
Pensioni di reversibilità - Ocse: Cisl, sconcertante affermazione su reversibilita' pensioni
Pensioni, Ocse: in Italia la maggiore spesa assegni di reversibilità
Pensioni di reversibilità: l'Italia è il Paese dell'area Ocse che spende di più rispetto al Pil. E' quanto emerge da un dossier dell'organizzazione internazionale. Il nostro Paese spende oltre il 2,5% del Pil sugli assegni pensionistici di reversibilità, di fronte a una media dell'1%. Dietro l'Italia ci sono Grecia e Spagna. Le pensioni per i superstiti svolgono ancora un ruolo importante, ma non dovrebbero rappresentare, sottolinea l'Ocse, un disincentivo al lavoro.
Pensioni di reversibilità - Ocse: Cisl, sconcertante affermazione su reversibilita' pensioni
Il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, trova "sconcertante" l'affermazione dell'Ocse "per cui le pensioni di reversibilita' potrebbero 'disincentivare' la ricerca di un lavoro". E spiega in una nota: "Innanzitutto va detto che gran parte dei percettori di pensione di reversibilita' sono cittadini e cittadine di eta' elevata, che poco o niente hanno a che fare con le dinamiche del mercato del lavoro e semmai il problema Ocse andrebbe valutato nell'ambito dei cambiamenti della struttura della societa' italiana che registra un andamento (fortunatamente favorevole) rispetto all'aspettativa di vita. In secondo luogo - continua nel ragionamento - ci piace ricordare all'Ocse che il contributo versato all'Istituto di Previdenza per le pensioni comprende gia' in origine la prestazione per i superstiti e non e' un caso che la normativa sia indicata secondo l'acronimo IVS dove la 'S' sta per l'appunto per 'superstiti'. In terzo luogo, per effetto della legge Dini del 1995 l'importo delle pensioni di reversibilita' in Italia e' condizionato dal reddito, per cui piu' alto e' il reddito del coniuge superstite meno questi prende per la reversibilita' e il taglio e' molto rilevante".
Pensioni di reversibilità -Cisl vs Ocse: i numeri
E snocciola i numeri: "Infatti per un reddito oltre 3 volte il trattamento minimo (circa 19.800 euro lordi) il taglio dell'assegno e' del 25%, oltre 4 volte il taglio e' del 40%, e oltre le 5 volte la riduzione raggiunge il 50%. Inoltre, se la pensione ai superstiti e' calcolata con il metodo contributivo non c'e' alcun diritto all'integrazione al trattamento minimo di pensione". Per il segretario confederale Cisl, poi, "il fatto che in Italia le pensioni di reversibilita' siano particolarmente numerose evidentemente dipende dal positivo andamento dell'aspettativa di vita della popolazione e in particolare delle donne, ed e' assurdo che si possa insinuare, come sembra fare lo studio dell'Ocse, che questo rappresenti un problema, o peggio, si tenti di mettere l'uno contro l'altro le condizioni reddituali dei single rispetto a quelle delle famiglie. Non si capisce - si chiede Ganga - come il tema dell'aspettativa di vita venga visto favorevolmente dall'Ocse per prolungare nel tempo l'eta' pensionabile,mentre diventa un problema quando questa agisce in termini redistributivi". E conclude: "In Italia e non solo c'e' in generale un enorme problema di redistribuzione della ricchezza che dipende dalle scelte e dalla storture di un modello economico che sta mostrando la corda e non si puo', neanche con analisi apparentemente neutrali, scaricare la responsabilita' su prestazioni sociali come le pensioni di reversibilita'"
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