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Rio 2016, chiusura e arrivederci a Tokyo. Italia, mancate le 30 medaglie
Finiscono le due settimane di festa sportiva delle Olimpiadi di Rio 2016. L'Italia chiude con 28 medaglie
Grande cerimonia di chiusura per le Olimpiadi di Rio 2016. L'Italia chiude con 28 medaglie (8 d'oro) e resiste nella top ten del medagliere generale. Mancato l'obiettivo delle 30 medaglie complessive e dei 10 ori, anche a causa delle dolorose sconfitte in finale dell'Italvolley contro i padroni di casa brasiliani e in semifinale di Chamizo nella lotta libera, in grado comunque di vincere un bronzo.
GRANDE FESTA PER LA CHIUSURA DELLE OLIMPIADI DI RIO 2016
Musica, colori e un pizzico di saudade, di nostalgia. A ritmo di samba, Rio de Janeiro saluta i suoi Giochi, i primi in Sudamerica, criticati per qualche problema nell'organizzazione, ma andati in archivio senza grossi grattacapi. Nonostante la pioggia ed il vento, e' una festa a cielo aperto, la Cerimonia di Chiusura dell'edizione brasiliana dell'Olimpiade, che idealmente porge il testimone a Tokyo 2020. Il Maracana, non riempito in tutti i settori, si trasforma in una sorta di 'carnevale', che esalta tutti i colori del Brasile, i luoghi simbolo di Rio e i cinque cerchi, formati da centinaia di performers. Il primo grande omaggio e' per un mito della musica carioca, Martinho Da Vina, per passare al ricordo di un'artista come Carmen Miranda. In mezzo, l'inno brasiliano cantato da 27 bambini, in rappresentanza dei 26 stati piu' il distretto federale. La sfilata delle 207 delegazioni e' allegra e poco formale, senza protocollo o ordine alfabetico. Quella italiana, guidata dal portabandiera Daniele Lupo, il beach capace di arrivare ad uno storico argento assieme al suo compagno Paolo Nicolai, sfila accanto alla Giamaica. Chiusa con i fuochi d'artificio la parata degli atleti rimasti, la pioggia aumenta d'intensita' e il palco e' per Julia Michaels, cantautrice americana che fa da sponda ad una celebrazione dell'arte dei nativi, con il coro tradizionale di bambini del Guarani'.
ARRIVEDERCI A TOKYO 2020
C'e' la premiazione della maratona del mattino, con il presidente del Cio Thomas Bach e quello della Iaaf Sebastian Coe, davanti ai quali vengono presentati al pubblico i nuovi rappresentanti degli atleti del Comitato Olimpico Internazionale. Tra questi l'astista Yelena Isinbayeva, costretta a rinunciare ai Giochi per la decisione della Iaaf di escludere l'atletica russa praticamente in blocco per il doping di stato accertato dal cosiddetto rapporto McLaren. Tocca poi alla bandiera olimpica essere ammainata e consegnata, dopo essere stata sventolata dal sindaco di Rio, Eduardo da Costa Paes e dal presidente del Cio, Thomas Bach, a Yuriko Koike, la governatrice di Tokyo, la citta' giapponese che ospitera' le Olimpiadi Estive nel 2020. Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, e' poi uscito da un cilindro, dopo un filmato di una Tokyo moderna e proiettata verso il futuro."See you in Tokyo", "Arrivederci a Tokyo", e' lo slogan scelto dai nipponici. Prima che il Maracana si trasformi in un 'sambodromo', Bach dichiara chiusi ufficialmente i Giochi.
"Vi amiamo, brasiliani. Grazie per l'ospitalita', in questi 17 giorni il Brasile intero ha ispirato il mondo: e' un momento difficile per tutti ma qui c'era una irresistibile voglia di vita. Le Olimpiadi hanno dimostrato come il valore della diversita' sia un arricchimento per tutti - ha detto il presidente del Cio - Grazie a tutti i volontari, i vostri sorrisi hanno riscaldato i nostri cuori. E grazie agli atleti olimpici seduti in platea, siete la forza dello sport, dimostrando come si possa competere in amicizia, rispetto e armonia, uniti nella diversita', vivendo in un unico villaggio olimpico e mandando al mondo un messaggio di pace". Bach ha poi ringraziato la delegazione dei rifugiati: "Ci avete ispirato con il vostro talento e siete stati un esempio di speranza". Poi, rivolto al pubblico: "Siamo arrivati in Brasile come ospiti, torniamo a casa come amici. Sarete per sempre nei nostri cuori, sono stati Giochi meravigliosi nella Citta' Meravigliosa. Hanno lasciato nuovi diritti per la generazioni che verranno, la storia di Rio sara' un'altra dopo i Giochi". Bach ha infine premiato con la Coppa Olimpica la citta' carioca, che ora passa il testimone a Tokyo dando appuntamento al 2020.
MALAGO': "HO SOFFERTO, MA SONO FELICE E ORGOGLIOSO"
"E' stata un'esperienza molto sofferta, sono felice ed orgoglioso di essere presidente del Coni, ma soprattutto di essere italiano". Giovanni Malago' sintetizza cosi' il suo stato d'animo nella conferenza stampa di fine Olimpiadi, svoltasi a Casa Italia a Rio de Janeiro. Un incontro con la stampa durato oltre un'ora, nel corso del quale sono stati snocciolati numeri e statistiche per spiegare il nono posto dell'Italia nel medagliere finale, con 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi ("e 10 quarti posti, a Londra furono 8"), in cui non sono mancati ringraziamenti a staff, Fabbricini e Mornati in primis, e Federazioni. Malago' ha raccontato la sua Olimpiade ("ho sofferto molto, nei primi giorni sono stato sotto antibiotici, ma ho sentito il dovere di esserci e sono stato orgoglioso quando veniva issato il tricolore") ed in particolare l'ultima giornata vissuta sui campi di gara a Rio, senza tralasciare le diverse emozioni che l'hanno accompagnato. "Quasi dispiace piu' per un argento che non la felicita' per un bronzo" ha detto in riferimento ai risultati dell'Italvolley e di Chamizo. "Ho sperato nel colpo grosso, ma alla fine va bene il bronzo. Sulle farfalle ci sono tanti rimpianti, Fontana e' stato vittima dell'imponderabile, Meucci stava facendo bene e si e' ritirato. Il volley? Ti fa capire che per vincere non devi essere solo piu' forte, ma molto piu' forte. Quest'oro l'avevo sognato, ma chapeau alla pallavolo, che da Atlanta ad oggi e' andata a medaglia cinque volte su sei". (