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Rosario D’Onofrio, procuratore capo dell’Aia, arrestato per traffico droga. Gravina (Figc): "Sono sconcertato"

Rosario D’Onofrio il procuratore capo dell’Aia, associazione italiana arbitri, si è dimesso

Rosario D'Onofrio, procuratore capo degli arbitri italiani arrestato per narcotraffico

È il capo della procura nazionale arbitrale dell’Aia, Associazione nazionale arbitri, Rosario D’Onofrio l’ex militare arrestato nell’ambito di una maxi inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla GdF, che ha smantellato due  gruppi di trafficanti di droga capaci di muovere oltre sei tonnellate di di marijuana e hashish, tra il 2019 ed il 2021.

L’ex ufficiale dell’Esercito è finito in carcere con l’accusa di essere “la persona incaricata (...) anche di organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e tra queste attività, (...) di reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico “in sicurezza" dei bancali all'interno dei quali era contenuto lo stupefacente”

Rosario D’Onofrio il procuratore capo dell’Aia, associazione italiana arbitri, si è dimesso

A quanto si apprende da fonti arbitrali, le dimissioni del dirigente arrestato nell’ambito di una operazione della Dda e della Guardia di Finanza per traffico di droga, erano state formalizzate lo scorso 10 novembre, subito dopo l’operazione. D’Onofrio aveva assunto il ruolo sotto la precedente gestione dell'Aia che è parte lesa. D'Onofrio quindi, a quanto si apprende, era entrato nella disciplinare Aia sotto la presidenza Nicchi e poi nominato sotto quella di Trentalange.

D'Onofrio arrestato, Gravina (Figc): "Sono sconcertato"

"Sono sconcertato". Lo dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando la notizia dell'arresto per traffico internazionale di stupefacenti del procuratore dell'Aia D'Onofrio. "Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell'Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale".