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Dušan Vlahović, il "figlio della guerra" concepito sotto le bombe della Nato

di Gabriele Penna

Dopo due partite con la Juventus si è già preso la scena. Il ritratto della nuova stella bianconera

Dušan Vlahović, dalla guerra in Serbia alla Juventus: ritratto del ragazzo venuto da Belgrado

Belgrado. Serbia. Marzo 1999. La Nato ha deciso. Sgancia le bombe. La questione balcanica va risolta. Slobodan Milošević va addomesticato una volta per tutte. È proprio in quel contesto, sotto i bomboni e il fracasso delle esplosioni, che viene concepito Dušan Vlahović. La nuova stella della Juventus. Un’ira d’iddio. Il 28 gennaio 2000 vede la luce. Poco meno di un anno dopo, il 5 ottobre 2000 Milošević capitola. Dušan, "figlio della guerra", non ha ancora un anno di vita. Intanto c’è da ricostruire il Paese. Integrarsi nel continente.

Passa un quindicennio e nella polveriera d’Europa la vita è ricominciata. Il calcio? Lo sport più seguito e praticato. Balcani, terra di grandi talenti. Fra gli Anni ’90 e ‘00 tanti figli di Serbia fanno fortuna in Europa e in Italia. Dejan Savicevic, Predrag Mijatović, Savo Milosevic, Dejan Stankovic. E quel gran saggio di Vujadin Boškov. Allenatore in vita e icona social post mortem. “Rigore è quando arbitro fischia…”, la sua massima più virale.    

Giugno 2017. È tempo di nuove promesse. Un dirigente sportivo italiano si accorge di un ragazzotto e gli fa firmare un contratto preliminare. Il dirigente è Pantaleo Corvino, dg della Fiorentina. Il ragazzotto è Dušan Vlahović. I vertici viola lo pescano nel Partizan Belgrado. Il suo bilancio (non è ancora maggiorenne) è di un solo gol in 21 presenze. Il 28 gennaio 2018, al compimento dei 18 anni firma il contratto ufficiale.

Prime due stagioni magre: 40 presenze e 6 gol. Nella curva Fiesole la paura di aver preso un pacco si fa strada. Ma un lampo riscalda una fredda serata di dicembre del 2019. Dušan fa vedere a tutti di che cosa è capace e tira fuori dal cilindro una magia. L’Inter di Antonio Conte è in vantaggio e controlla la partita. Al 93esimo il terzino viola Dalbert spazza, Vlahović a centrocampo si avventa sul pallone. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette tocchi, entra in aerea, mancino a incrociare. Dušan sgancia la bomba. Tiro nell’angolino alto. Imprendibile. Gol.

 

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