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280 milioni nel mondo e 8 milioni in Italia soffrono di perdita di udito

Daniele Rosa

Ai Giovani Imprenditori a Rapallo test audiometrici gratuiti

280 Milioni di  persone  nel mondo, soffrono di problemi d’udito, in Italia sono 8 milioni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

50 anni è l’età che vede insorgere  generalmente i primi problemi di presbiacusia, e superati i 65 anni i problemi a carico dell’udito  diventano più frequenti.

 

Sentire bene è importante per connettere, ascoltare e per comunicare meglio. Signia, un player importante nella produzione di apparecchi acustici, distribuitii in Italia da Sivantos, ha scelto il Convegno dei Giovani Imprenditori di Rapallo del 7/8 giugno per ribadire l’importanza delle prevenzione dei disturbi dell’udito anche all’interno delle aziende.

Sordità, un problema anche per le aziende

L’affaticamento infatti è uno dei principali problemi affrontati dalle persone ipoacusiche (che hanno deficit uditivi) perché fanno più sforzo per sentire quello che dicono i colleghi.

 

‘Globali: economia delle connessioni’. Sarà il tema della 49° edizione del Congresso di Rapallo che discuterà del mondo delle connessioni. Il luogo dove ognuno può cambiare il proprio destino riconnettendosi al resto del globo. Dove non possiamo migliorare ciò a cui non siamo connessi. Noi siamo l’economia delle connessioni. Sentire bene è importante per connettere, ascoltare e per comunicare meglio.

Ed anche per questo è nato il collegamento tra imprese e problematiche di lavoratori con deficit uditivi.

 

 

Faticare per comunicare al lavoro – oltre ad avere impatti sulla vita familiare- può avere ripercussioni negative e portare ad una mancanza di fiducia nelle proprie capacità oltre ad una diminuzione delle performance lavorative.

 

La perdita dell’udito dipende in parte dall’età ( la presbiacusia) e in parte da altri fattori di rischio come quelli ereditari, il fumo, l’abuso di determinati farmaci, l’ipertensione e l’aterosclerosi. Un’ulteriore causa è stata individuata nell’esposizione al rumore, qualora sia protratta nel tempo. In questo caso, è appropriato parlare di danno da rumore.

 

Sordità,un problema anche per le aziende. Quali i segnali d'allarme ?

 

Quali i segnali d’allarme per spingerci a controllare la capacità uditiva ?

 

“Il campanello d’allarme classico è la presa di coscienza che una persona, in varie circostanze, costringe i familiari a ripetere parole oppure interi concetti per capire meglio.

 

Il conseguente peggioramento della qualità di vita rappresenta un ulteriore segnale che fa pensare a un deficit acustico”.

 

Che fare per soluzione il problema?

 

Oltre alla visita otorinolaringoiatrica, per diagnosticare un’eventuale ipoacusia è necessario effettuare anche a un esame audiometrico tonale e a un test audiometrico vocale. Dopo la diagnosi di ipoacusia, è necessario recarsi  da un audioprotesista qualificato, specialista in grado di individuare e consigliare la migliore soluzione acustica. 

 

“Per individuare la protesi acustica più indicata in base al caso specifico è importante svolgere un'indagine attraverso la quale si individuano quali siano le aspettative della persona, valutare eventuali difficoltà di gestione dell'apparecchio acustico e la manualità del paziente”. Nel corso della prima fase dell'utilizzo dell’apparecchio acustico è fondamentale affidarsi all’audioprotesista che sarà capace di gestire l'amplificazione ottimale affinché ogni paziente possa trarre un vantaggio per ciò che riguarda il personale miglioramento acustico.

 

In Italia però bisogna ancora lavorare molto sulla prevenzione.

 

Il 97% delle persone ha dichiarato, in diverse indagini, che indossare apparecchi acustici  di aver migliorato  la qualità della propria vita.

 

Eppure ancora oggi il 70% delle persone affette da perdite uditive non è trattata.  Questo il dato più allarmante che fa luce su un problema sul quale in Italia occorre riflettere e agire in tempi rapidi.

 

Le ragioni? Diverse. Tra queste la paura che indossare un apparecchio acustico sia associato a “vecchiaia”, la mancanza di cultura della prevenzione e la stessa idea di apparecchio acustico legata ai device di molti anni fa.

 

In realtà oggi gli apparecchi acustici hanno subito un’evoluzione tecnologica incredibile. “Oggi sono a tutti gli effetti “high tech” , quasi invisibili, si connettono a smartphone e televisione, usano i sensori di movimento e AI perché i suoni vengano percepiti nel modo più naturale possibile e seguono lo stile di vita di chi li indossa” sottolinea Barbara Zancan,  Ceo di Sivantos Italia,  “La prevenzione –sostiene Barbara Zancan- va fatta a partire dai 60 anni, perché la persona che non sente tende ad isolarsi”.

 

Nell’occasione del convegno  a Rapallo audio protesisti effettueranno test audiometrici ai Giovani Imprenditori che potranno verificare di persona quanto sia semplice sottoporsi a controlli dell’udito e altrettanto importante