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29 ottobre 2020: Giornata Mondiale della Psoriasi
Fra le cause, lo stress.Per il trattamento disponibili anche farmaci biologici con ottimi effetti
La psoriasi è una malattia spesso trascurata per l’imbarazzo che causa a chi ne soffre, che colpisce tra l’1% e il 3% della popolazione. Si manifesta con la formazione di placche in rilievo arrossate, rivestite da squame biancastre. Per accendere i riflettori su questo disturbo e informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, il 29 ottobre si celebrerà la Giornata Mondiale della Psoriasi. Vista le restrizioni dovute alla pandemia da Covid 19, quest’anno al posto di gazebi ed eventi live saranno organizzati appuntamenti virtuali. Per esempio, per il 29 e il 30 ottobre Adipso (Associazione per la Difesa degli Psorisiaci) ha in programma un webinar, a cui parteciperanno specialisti, pazienti e istituzioni per aggiornare soprattutto sulle nuove frontiere della cura della malattia (info: www.adipso.org).
A causare la comparsa delle chiazze che caratterizzano la psoriasi è la perdita del controllo della replicazione delle cellule. «La produzione da parte dell’organismo di una quantità superiore al normale di sostanze pro-infiammatorie fa sì che le cellule si replichino ogni 14 giorni, quando invece normalmente dovrebbero replicarsi ogni 28 giorni. Ciò provoca l’accumulo sulla superficie della cute di cellule ancora dotate di nucleo e che, quindi, non hanno ancora completato il proprio sviluppo. Le cellule che vengono replicate ogni 28 giorno affiorano sulla cute quando hanno terminato la propria maturazione e, perciò, sono prive di nucleo. L’assenza di nucleo le rende più leggere e quindi non tendono a rimanere depositate sulla superficie della pelle. Invece, le cellule che si replicano ogni 14 giorni, come accade in chi soffre di psoriasi, hanno il nucleo e sono più pesanti: così si accumulano sulla cute e danno luogo alla formazione di squame», spiega la dottoressa Elisabetta Sorbellini, specialista in dermatologia e consulente del laboratorio HMAP di Giuliani.
Nella sua forma classica, detta “forma in placche”, la psoriasi tende a manifestarsi soprattutto in alcune aree del corpo, come i gomiti, le ginocchia e la zona lombare. «Le chiazze che contraddistinguono il disturbo, caratterizzate da rossore e desquamazione, sono abbastanza circoscritte e risultano dure al tatto», prosegue la dottoressa Sorbellini. Pur non essendo una malattia genetica, è più probabile soffrire di psoriasi se almeno un altro componente della famiglia ne soffra o sia affetto da malattie immunologiche, come l’alopecia areata o la vitiligine.
Pur non essendoci una causa associabile a questa patologia in modo univoco, ci sono alcuni fattori che, nelle persone predisposte, ne favoriscono la comparsa. Il principale fattore scatenante è lo stress, ma le chiazze possono comparire anche a seguito di seri traumi (incidenti stradali, interventi chirurgici eccetera), uso di determinati farmaci (soprattutto corticosteriodi, ma anche i betabloccanti e quelli a base di litio) e infezioni da streptococco. Questi fattori possono provocare la comparsa delle chiazze, ma anche peggiorare la situazione di chi già presenta chiazze.
Oltre che in quella tradizionale, la psoriasi può presentarsi in varie forme. La forma guttata, che ha una maggiore incidenza fra i giovani e che è spesso conseguente a un’infezione da streptococco, è caratterizzata da piccole chiazze concentrate soprattutto sul tronco. Della forma palmoplantare, invece, sono tipiche evidenti callosità, associate a desquamazione e arrossamento, che possono causare tagli nella pelle. La forma seborroica comporta sintomi simili a quelle della dermatite seborroica (infiammazione, prurito, dolore eccetera), ma si manifesta in altre aree del corpo, come le unghie o attorno alle orecchie. È collegata invece all’artrite reumatoide l’artrite psorisiaca, che può interessare una (in genere il ginocchio) o più articolazioni del corpo. Infine, le altre forme di psoriasi sono la eritrodermica, la amiantacea e l’onicopatia psorisiaca.
La cura della psoriasi, per la cui diagnosi è sufficiente una visita dermatologica (solo in rari casi è richiesta una biopsia della pelle), può essere molto varia. Perciò, è importante seguire sempre i consigli dello specialista prima di iniziare un trattamento. «Grazie a innovativi farmaci biologici, è possibile inibire le proteine che favoriscono l’alterazione dei tempi di replicazione delle cellule. Per migliorare l’aspetto delle chiazze è poi utile l’uso topico di creme a base di vitamina D e betametasone. Ha lo stesso effetto la fototerapia con raggi ultravioletti Uvb, che riduce anche le dimensioni delle chiazze. Il ricorso alla fototerapia deve però essere breve, per non esagerare con l’assorbimento dei raggi Uvb», raccomanda la dottoressa Sorbellini. Infine, siccome se si soffre di psoriasi lo stress può peggiorare la situazione è importante cercare di vivere senza seguire ritmi frenetici.