Esteri
Adinolfi: "Putin non è Hitler e ha le sue ragioni, lo sa anche Papa Francesco"
Il leader del PDF se la prende con i "pacifinti" italiani e chiede un dialogo con Putin: "Garantiamogli la neutralità dell'Ucraina"
Il leader del Popolo della Famiglia: "Un prolife non vuole morti"
Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, espone il suo punto di vista sulla guerra in Ucraina. Lo fa riprendendo il suo intervento a "Zona Bianca" su Rete4, nel quale ha esposto tesi destinate a fare discutere: “Io non mi piego al gioco del santo Zelenski contro il diavolo Putin. Io devo cercare di capire. Capire per uscire fuori da questa situazione di guerra per avere meno morti possibili, soprattutto tra i civili. Per un prolife la priorità è questa: meno morti possibili. I pacifinti italiani si eccitano però con le vecchiette ucraine che preparano le molotov per le strade di Kiev e l’Europa chi si appresta a comprare vagonate di armi, dopo che quei pacifinti hanno dichiarato per tutta la vita che le fabbriche d’armi andavano chiuse e riconvertite. Ora invece il loro nuovo idolo è il signore di mezza età che imbraccia per la prima volta un fucile 'per andare ad ammazzare russi'”, ha scritto sui social.
"Descrivendo Putin come Hitler, si arriva all'Armageddon"
"Io preferisco Papa Francesco che prende la sua Fiat 500 e va a bussare all’ambasciata russa per chiedere il cessate il fuoco e spero che il patriarca Kirill faccia altrettanto. Il Papa lo fa perché sa, da non europeo, che Putin ha le sue ragioni e non è Hitler. Dunque con Putin, che ha compiuto l’atto grave di iniziare una guerra, bisogna mettersi al tavolo per costruire la difficile pace possibile. Qualcuno invece vuole che Putin sia spazzato via, che il lavoro sporco lo faccia qualche oligarca moscovita che accetti di scodinzolare davanti all’andamento da gigante ubriaco di Joe Biden e della sua Nato. Per far questo bisogna descrivere Putin come nuovo Hitler e fare centinaia di migliaia di morti in Ucraina. Dunque, ostruire ogni via possibile alla pace, come stanno di fatto facendo perché se Putin è Hitler, con Hitler non si può trattare. Con il rischio che l’escalation diventi tragicamente pericolosa e un Putin isolato, senza vie d’uscita, sia tentato dall’uso delle armi nucleari, almeno quelle tattiche. E lì, saremmo all’Armageddon", prosegue Adinolfi.
"Fermiamo lo sciocco espansionismo a Est della Nato"
"Chi vuole evitare le più tragiche conseguenze, si batta da subito per un dialogo vero, per l’immediata fine della guerra garantendo a Putin la neutralità dell’Ucraina, la fine dello sciocco espansionismo a Est della Nato, la chiusura della contesa con relativa guerra civile strisciante nel Donbass. In cambio si chiederà a Putin di riconoscere la democrazia ucraina, il suo presidente Zelenski, ritirando immediatamente ogni truppa anche dalla Bielorussia che insieme all’Ucraina costituirà il cuscinetto tra Paesi Nato e Russia. Si può lavorare a questo risultato da oggi. Chi s’è innamorato della retorica bellicista 'contro il tiranno', dopo averci spiegato per una vita che ogni proiettile fabbricato per fini militari era un’offesa a Dio, oggi è il peggiore nemico perché vuole sporcarsi le mani di sangue come se la guerra fosse il suo gioco senile. Not in my name".
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