Affari Europei
Abolire Schengen? Una mazzata da 138 mld. Colpito il commercio e il turismo

Mentre il flusso di migranti non accenna a fermarsi e promette di rafforzarsi con la bella stagione, in Europa si fa un gran parlare di sospendere il trattato di Schengen, quell'accordo che permette a tutti i cittadini europei di attraversare i confini dell'Unione senza che nessuno faccia dei controlli.
Secondo alcune stime della Commissione europea stracciare Schengen significherebbe una spesa aggiuntiva tra i 5 e i 18 miliardi di euro solo per reintrodurre i sistemi di controlli ai confini. A risentirne sarebbero poi il turismo e il settore del commercio. Con il primo che, in base ai calcoli, perderebbe tra i 10 e i 20 miliardi di euro, lo 0,07%-0,14% del Pil comunitario.
Secondo i dati di France Strategie il commercio si ridurrebbe invece del 10%, comportando una contrazione dello 0,8% dell'economia del blocco, pari a 100 miliardi di euro.
Agli autotrasportatori la reintroduzione dei controlli alle frontiere, con le relative code alla dogana, costerebbero 3,4 miliardi, in caso di attese di un'ora. Ma in caso di tempi più lunghi i costi aumenterebbero, colpendo i circa 57 milioni di operazioni internazionali su strada.
Ma non solo il turismo sarebbe colpito. Anche i frontalieri che si spostano da uno Stato all'altro per lavoro ne risentirebbero.