Affari Europei

Accordo Ue-Giappone, un boomerang per Tokyo

L'accordo di libero scambio tra Giappone ed Unione europea rischia di essere un boomerang per il settore dell'auto nipponico

 

L'Unione europea e il Giappone hanno firmato un accordo di libero scambio che eliminerà il 99% delle barriere doganali negli scambi tra le due economie. Una grande opportunità per le aziende europee, ma l'accordo rischia di essere un poderoso boomerang per l'export nipponico, soprattutto nel settore auto.

La Corea convince il Giappone a dialogare con l'Ue

Il Giappone, la seconda economia al mondo dopo gli Usa (ma per alcuni la terza dietro al Cina) si é convinta a intavolare un dialogo con l'Unione europea su un trattato di libero scambio dopo che Bruxelles ha firmato, sei anni fa, quello con la Corea del Sud. L'Unione e il Paese asiatico commerciano con un ridottissimo numero di vincoli e dazi. Una manna per le aziende tecnologiche coreane e per tutte quelle che operano nel settore automotive.

Tokyo teme la concorrenza della Corea del Sud

E chi sono i principali competitor di Seoul? I giapponesi. E così Tokyo, per non farsi fare le scarpe dai coreani sui mercati europei, ha iniziato le trattative con Bruxelles. C'é un grosso 'ma' in questa vicenda. Al momento delle trattative Tokyo non poteva sapere che il popolo britannico avrebbe votato a favore della Brexit.

La Brexit mette a rischio l'export nipponico

E la Brexit é la grande incognita sul trattato di libero scambio tra Europa e Giappone. Già, perché i siti produttivi che riforniscono l'Europa di auto Toyota&Co sono situati proprio in Gran Bretagna. E, se come sembra, Londra uscirà dall'Unione sbattendo la porta, Tokyo si vedrà costretta a spostare i suoi impianti sul continente, con costi enormi.

L'agroalimentare italiano si sfrega le mani

A guadagnarci, per ora, é sopratutto il settore agroalimentare che potrá esportare a dazio zero. E le nostre imprese, si sa, offrono prodotti di qualità che sono richiestissimi in oriente. A rimetterci saranno i coltivatori nipponici, sacrificati da Tokyo per favorire l'industria delle auto, che però ora potrebbe vedersi beffata dalla Brexit.