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Serie A, chi sono i proprietari della squadre del nostro campionato

Juventus-Elkann, Berlusconi-Monza e.. pochi club di serie A in mano agli italiani. Per il resto tanti Stati Uniti, ma il più ricco è indonesiano

Serie A? 8 proprietà Usa (da Cardinale-Milan a Oaktree-Inter e poi...). Patron italiani in estinzione. La mappa

La serie A parla sempre meno italiano. Se di calciatori del nostro Paese ne giocano sempre di meno (gli stranieri sono circa il 63%, peggio solo la Premier League), la situazione non molto è differente per le proprietà. Otto sono americane, una indonesiana e una canadese.

La maggior parte dei club di Serie A è nelle mani degli stranieri. Bologna parla canadese con Joey Saputo (che ha origini italiane), mentre il Como ha una proprietà molto forte proveniente dall'Indonesia con i fratelli Robert e Michael Hartono - Budi e Bambang i loro nomi indonesiani - il cui patrimonio, secondo Forbes vale complessivamente quasi 48 miliardi di dollari.

Ma sono gli Usa a fare la voce grossa in serie A.

La Fiorentina ha Rocco Commisso come patron, da qualche mese il fondo Oaktree ha preso il controllo dell’Inter (dopo l'era cinese di cinese di Suning con la famiglia Zhang), il fondo Redbird di Gerry Cardinale guida il Milan. E ancora: l'imprenditore Kyle J. Krause al Parma, i Friedkin sono a Roma (oltreché all'Everton in Premier League) e il Finanziere, ex presidente di Wall Street, Duncan Niederauer al Venezia. Senza dimenticare l'Atalanta di Stephen Pagliuca (co-presidente di Bain Capital e co-proprietario dei Boston Celtics) che detiene il 55% delle quote (con Antonio Percassi socio e co-presidente). Da qualche ora anche il Verona parla americano: Presidio Investors, società di private equity con sede ad Austin (Texas) ha preso il 100% delle quote da Maurizio Setti.

Fino a poco tempo fa anche il Genoa parlava americano, ma dal 19 dicembre è passato nelle mani dell'imprenditore rumeno Dan Sucu.

Le proprietà italiane della serie A? Resistono Tommaso Giulini (proprietario di Fluorsid Group) al Cagliari, Fabrizio Corsi all’Empoli, la Juventus di John Elkann, Claudio Lotito proprietario della Lazio e la famiglia Berlusconi che guida il Monza anche se nelle scorse settimane Piersilvio ha fatto sapere: "La nostra volontà è quella di trovare qualcuno che voglia far crescere il Monza come noi vorremmo. Noi facciamo un altro mestiere e il calcio è ormai un mondo 'folle'. Per il resto, non ho molto altro da aggiungere". E ancora: la famiglia Pozzo da anni è proprietaria dell'Udinese e il Napoli ha Aurelio De Laurentiis, l'uomo che ha riportato lo scudetto all'ombra del Vesuvio due anni fa (e quest'anno con Antonio Conte in panchina il sogno è di fare il bis).

Moratti: "Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere. Qualcuno resiste? Ne sono felice ma..."

Massimo Moratti in queste ore è tornato a parlare della cessione dell'Inter e dei cambiamenti in Serie A nel corso di un'intervista a La Repubblica: "Ho iniziato a pensare nel 2011 che servisse qualcun altro al comando. I tifosi non sono contenti se hanno un presidente appassionato, ma che non tira fuori una lira. Così quando è arrivato l'interesse di Erick Thohir ho deciso di defilarmi, di fare un passo indietro. Era uno intelligente e che aveva i mezzi. Con la cessione alla famiglia Zhang anche lui ha fatto un buon affare. Il calcio va dove ci sono maggiori possibilità economiche, è normale. E poi qui si parla di fondi, soldi di tanti, oppure di famiglie con enormi patrimoni come i fratelli Hartono, i proprietari del Como, che possono sostenere i costi necessari a gestire oggi una società di Serie A". Qualcuno però resiste. "Sì e ne sono felice, ma il calcio ogni anno diventa un business sempre più caro, un gioco pericoloso da tenere in piedi. Dovessero ricevere una buona offerta venderanno anche loro. Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere, la strada è quella. Agli spettatori non interessa la nazionalità, per loro basta che la società sia seria". Si è mai pentito di aver ceduto l'Inter? "No, ogni cosa ha il suo tempo e io ho consumato bene il mio. Ripenso spesso alla mia Inter, ma non ho mai avuto nostalgia dei miei anni da presidente. È stato giusto fare un passo indietro, ma è stata un’avventura bellissima".