Attentato di Londra, Bruxelles chiede una intelligence europea
Dopo l'attentato di Londra torna alla ribalta la necessitá per l'Unione di dotarsi di una intelligence comune che condivida i dati dei singoli servizi segreti
Dopo l'attentato di Londra si é ripetuta la scena vista all'indomani degli attacchi di Bruxelles, Nizza e Berlino: per combattere il terrorismo serve un lavoro di intelligence e uno scambio di dati tra gli 007 di tutti i Paesi. Eppure, nonostante i buoni propositi espressi da piú parti, la situazione non sembra essere cambiata molto. I Paesi europei cooperano in tema di giustizia, sicurezza e anche intelligence, ma senza quella condivisione automatica e profonda delle informazioni indispensabile per fermare tempestivamente gli attacchi. E cosí i terroristi hanno maggiori chance di portare a termine i loro attentati suicidi.
Mogherini: coordinare le intelligence per battere l'Isis
Un appello arriva direttamente dall'Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, in un'intervista alla Stampa. "Possiamo sconfiggerli militarmente, anche in tempi ragionevoli, pero' si impongono risposte piu' di lungo periodo per battere la tendenza a una radicalizzazione piu' strutturale", ha detto Mogherini, aggiungendo che occorre spingere "sul pieno coordinamento delle intelligence per prevenire gli attacchi". Mogherini ha assicurato che su questo terrene "la situazione sta migliorando. Da Parigi in poi il coordinamento tra polizie e inquirenti e' cresciuto. Gli Stati europei riconoscono che e' indispensabile condividere le informazioni, naturalmente con totale garanzia per i cittadini. E posso assicurare che anche gli americani sono molto interessati a lavorare assieme a noi Europei".
Europa a due velocità anche sull'intelligence
Alla vigilia della celebrazione della firma dei Trattati di Roma sono in molti a chiedere che ci sia una Europa a piú velocitá anche in tema di intelligence. Che cosa significa? Che alcuni Paesi (come Italia, Francia e Germania) dovrebbero procedere verso una reale condivisione delle informazioni. Una messa in comune dei database come se fossero un unico Paese. Un atto di volontá che potrebbe salvare molte vite.