Affari Europei

Catalogna, Madrid costretta alla resa: vogliamo un accordo

Dopo le proteste di piazza per l'arresto di 14 persone ieri a Barcellona Madrid ha deciso di aprire alle richieste di Puigdemont

 

La decisione del governo Rajoy di far arrestare 14 membri dell'amministrazione catalana impegnati nell'organizzazione del referendum indipendentista del primo ottobre si é rivelata un boomerang. Le immagini degli arresti hanno fatto il giro del mondo e in migliaia sono scesi in piazza per protestare contro l'autoritarismo di Madrid. Politici internazionali e anche il Barca, la famosissima squadra di calcio, si sono schierati con Barcellona.

Rajoy ha capito di avere fatto un passo falso

Mariano Rajoy in serata ha capito di aver fatto il gioco di Carles Puigdemont, il presidente della Catalogna. Ora nell'opinione pubblica iberica Madrid rappresenta la forza oppressiva, mentre Barcellona é il faro della libertá e della libera decisione dei popoli di autodeterminarsi. Inutile dire che la legge é tutta dalla parte del governo spagnolo, nella realtà dei fatti l'opinione pubblica si sta polarizzando.

Madrid prova a mediare

E allora Mariano Rajoy sta tentando di venirne a capo usando il vecchio metodo del bastone e della carota. Secondo i media locali un emissario del governo di Madrid avrebbe incontrato Puigdemont per proporre un accordo: Barcellona rinunci al suo referendum e in cambio Madrid concederà maggiori libertà amministrative e piú ampi margini di spesa. Ma attenzione, Rajoy ha tenuto a sottolineare che il referendum in ogni caso non ci sará e che per impedirlo é pronto a schierare l'esercito. Come dire: se vi fermate ora vi concederemo qualcosa, altrimenti nulla.

Barcellona non si sottomette

Ma la risposta di Puigdemont sembra non sia stata positiva. Il governatore catalano avrebbe respinto l'apertura di Madrid e avrebbe intenzione di fare il referendum. Conta sul fatto che ormai l'opinione pubblica locale sia con lui e che se anche l'indipendenza é irraggiungibile, presentarsi a Madrid con alle spalle l'investitura popolare permetterà a Puigdemont di spuntare concessioni maggiori. Il vero problema ora é di tipo logistico. La Guardia civil ha sequestrato schede elettorali ed urne e Madrid ha minacciato di arrestare i sindaci che metteranno a disposizione strutture pubbliche per tenere il referendum.