Affari Europei

Elezioni Portogallo,isola felice della sinistra.Vittoria in mano ai socialisti

Domenica elezioni politiche in Portogallo. I socialdemocratici di Costa vincitori annunciati. Resta l'incognita della coalizione con i radicali

Elezioni Portogallo: isola felice della sinistra europea

Di questi tempi sembra strano dirlo, eppure c'è una sinistra che funziona. Mentre in tutta Europa avanzano i partiti e movimenti cosiddetti sovranisti o euroscettici, e in tutto il mondo ha la meglio un approccio politico nazionalista e "difensivo", c'è un paese con un governo di sinistra che sembra passarsela abbastanza bene. Si tratta del Portogallo, dove l'esecutivo guidato dal socialista Antonio Costa è riuscito a portare il paese, al termine di un lungo processo, verso l'obiettivo dell'azzeramento del deficit dopo che nel 2011 era stato sull'orlo del fallimento.

Elezioni Portogallo: vittoria annunciata per i socialisti di Costa

Domenica i portoghesi si recheranno alle urne per delle elezioni politiche il cui esito non è in discussione: il partito socialista è chiaramente il vincitore preannunciato lasciando ben distanti i conservatori del Psd. Ma come nel caso della vicina Spagna, il problema non è tanto chi vincerà le elezioni, ma la governabilità del Paese: in altre parole, che cosa succederà a partire dal 7 ottobre dal momento che il partito del premier Antonio Costa è accreditato di un 37% delle preferenze, ma non riuscirà a conquistare la maggioranza assoluta dei 116 seggi. 

Elezioni Portogallo: i dubbi sulla coalizione radicale

Riuscirà Costa a riproporre quella alleanza di sinistra che era inaspettatamente riuscito a costruire nel 2015 con i radicali del Bloco de Esquerda e il Partito Comunista, conquistando una premiership che sembrava irraggiungibile? Oppure i due soci di minoranza chiederanno di entrare formalmente in una coalizione piuttosto che limitarsi all'attuale appoggio esterno, un scenario che il Ps cerca in ogni modo di contrastare?

Portogallo, i risultati del governo Costa

I dubbi esistono. Ma intanto Lisbona può mostrare i risultati positivi dell'ultimo quadrienno politico, che è sempre più preso come simbolo dai partiti di sinistra di tutta Europa: meno austerity, aumenti delle pensioni e salario minimo con la benedizione di Bruxelles, tanto che il ministro delle Finanze Mario Centeno è andato a presiedere l'Eurogruppo. Nel 2011 il Portogallo aveva un deficit dell'11 per cento, a fine marzo è riuscito ad arrivare al risultato storico dello 0,5 per cento con un outlook sui prossimi anni ulteriormente positivo. La negoziazione di un pacchetto di aiuti da 78 miliardi è diventato solo un brutto ricordo. A dire la verità, la prima fase, quella più complessa e contrassegnata dalle cosiddette misure "lacrime e sangue", è stata diretta dal governo conservatore di Pedro Passos Coelho del partito Socialdemocratico, che ora si trova all'opposizione.

Portogallo, la destra prova a contenere i danni

Un'opposizione che comunque ha dato il proprio appoggio alle riforme strutturali del governo necessarie alla stabilizzazione della crescita, che l'esecutivo stima dell'1,9% per il 2019 e sopra il 2% per il 2020. Il tutto mentre lo scorso febbraio la disoccupazione si è attestata sul 6,3%, ai minimi dal 2002. Tutte le polemiche interne al blocco di governo sono state liquidate come "litigi fra innamorati" dalla destra, che dopo essere stata maggioranza relativa nel 2015 parte elettoralmente sconfitta in modo netto: i Socialdemocratici (un partito conservatore, nonostante la denominazione) non superano il 24%, la destra del CDS-Pp si fermerebbe al 5% (nel 2015 si erano presentate in coalizione ottenendo il 44% delle preferenze).