Affari Europei

Elezioni Svezia, il modello è morto: la prova che l'Ue non funziona

Socialdemocratici e centrodestra appaiati: rebus grande coalizione dopo le elezioni in Svezia. Ma sovranisti e comunisti crescono

Elezioni Svezia, verso la grande coalizione

Anche la Svezia è nel caos. Almeno a livello politico. Socialdemocratici e centrodestra sono ormai appaiati e ora si scatena il rebus grande coalizione in salsa svedese dopo le elezioni politiche di domenica 9 settembre che hanno coinvolto i cittadini di Stoccolma e dintorni. Chi a prima vista esulta per lo stop all'annunciata crescita alle urne dei sovranisti di Jimmie Akesson sottovaluta però un fatto importante: la Svezia è da sempre il Paese simbolo dell'accoglienza e del welfare scandinavo. Vero che un'ipotetica grande coalizione stopperebbe il cosiddetto populismo, ma allo stempo dimostra che i partiti tradizionali sono in profonda crisi, forse irreversibile, persino in Svezia. E, appunto, si tratta solo di un'ipotesi, visto che l'invito dei socialdemocratici sembra essere stato rispedito al mittente dal centrodestra.

Elezioni Svezia, sovranisti prendono sempre più campo

Il 17,6% dei voti ottenuti dall'estrema destra, infatti, non è forse il risultato sperato dai Democratici Svedesi, che ambivano a raggiungere e superare abbondantemente il 20%, ma con i suoi 62 seggi è più che sufficiente per dare un grosso scossone alla politica svedese e all'intera Unione europea. Al punto che il primo ministro social-democratico Stefan Löfven ha già lanciato un appello al dialogo all'opposizione di centrodestra. Löfven è determinato a rimanere al timone del governo, forte del fatto che nel Paese, tradizionalmente, il capo del governo è il leader del partito che ottiene il maggior numero di voti. Un appello che pare caduto nel vuoto. Il leader del centrodestra svedese Ulf Kristersson ha infatti detto ai suoi sostenitori che si attende un mandato per formare un nuovo governo e che il primo ministro uscente Stefan Lofven dovrebbe dimettersi. L'alleanza di opposizione in parlamento - ha detto - "è chiaramente la più ampia e il governo deve andarsene". "Abbiamo vinto il promo round per formare un nuovo esecutivo", ha aggiunto. Prima delle elezioni entrambi i maggiori blocchi in parlamento, quello socialdemocratico e quello di centrodestra, avevano detto di non avrebbero stretto alleanze con la destra anti-immigrati. 

Elezioni Svezia, messaggio all'Ue: la politica tradizionale non funziona più

Criticato da tutti i suoi avversari politici per la sua politica migratoria e sociale, il capo del governo uscente appare personalmente indebolito da quattro anni di un mandato tumultuoso che ha visto l'arrivo solo nel 2015 di 160.000 richiedenti asilo, un record in Europa rispetto al numero di abitanti. Vero che i sovranisti euroscettici non riusciranno a diventare un interlocutore di governo, a differenza degli altri paesi scandinavi (in Finlandia e Danimarca già lo sono), ma se i filoeuropeisti duri e puri considereranno questa una vittoria rischiano di prendere un granchio. Per provare a evitare guai peggiori, il nuovo governo, che sia a guida socialdemocratica o a guida del centrodestra, dovrà per forza di cose, volente o nolente, fare suoi alcuni dei principi del fronte sovranista, in particolare sui migranti. In mancanza di forza e autonomia, gli antichi rivali di centrosinistra e centrodestra devono, persino in Svezia, creare un fronte disomogeneo. La spia dell'allarme, a Bruxelles, non accenna a spegnersi.