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Elezioni Uk, Corbyn: "Non sarò più leader".Tramonta un'altra stella a sinistra

Con il Labour al suo peggior risultato elettorale dal 1935, Jeremy Corbyn annuncia che non guiderà il partito alle prossime elezioni

Con il Labour al suo peggior risultato elettorale dal 1935, Jeremy Corbyn annuncia che non guiderà il partito alle prossime elezioni. Corbyn ha detto però che resterà leader per "un periodo di riflessione". Il fallimento totale del leader radicale, "il rosso", segna la fine del corbynisimo,  sirena che aveva sedotto anche parte della sinistra italiana. E il problema è che anche la deputata laburista ​Laura Pidcock, indicata da alcuni commentatori come possibile successore di Jeremy Corbyn alla guida del partito, non è stata rieletta. Pidcock ha perso il seggio di North West Durham, che è stato conquistato dai conservatori.

Elezioni Uk 2019, il tracollo dei Labour segna la fine del corbynismo

“Uno shock” è la parola più ricorrente tra le fila dei laburisti dopo la lunga notte elettorale britannica. Gli ultimi sondaggi avevano fatto sperare il Labour in una rimonta, e invece ora si guardano con ansia i risultati di ogni singolo collegio: e rischiano di andare perdute anche alcune roccaforti, per esempio nell'Inghilterra del Nord e in Galles.    Quel che è certo che si sente già un forte rumore di fondo da resa dei conti: sul banco degli imputati, ovviamente, c’è Jeremy Corbyn. Un sodale del leader come John McDonnel, parlando a caldo subito dopo gli exit poll, non ha escluso che adesso si ponga il tema della leadership del partito, affermando che “le decisioni andranno prese alla luce dei risultati finali”. Il cancelliere dello scacchiere ‘ombra’ si è sentito anche in dovere di aggiungere che “che non prenderò il posto del leader del Labour, neanche temporaneamente, non è quello che intendo fare”, ma non ha potuto smentire che il tema c’è tutto.    

Un nuovo voto per la leadership è previsto per la primavera, ma McDonnell non ha potuto escludere la sostituzione del capo. Altrettanto significativo è che su Twitter subito dopo la chiusura delle urne abbia cominciato a girare vorticosamente l’hashtag #CorbynOut, via Corbyn, animato dagli stessi laburisti, tra le cui fila brucia forte il fatto di aver messo a segno il peggior risultato dal 1935. 

Elezioni Uk 2019, quanti errori per Jeremy Corbyn

"E’ colpa di un solo uomo, della sua campagna, del suo manifesto , della sua leadership", twitta Siobhan McDonagh, una candidata laburista. E l'ex ministro dell'Interno laburista, Alan Johnson, deputato uscente, rincara: "Non ho mai immaginato che potessimo scendere sotto i 200 seggi. Questo è Corbyn”. E pensare che sono passati solo due anni da quando Jeremy Corbyn veniva festeggiato come una rockstar. Certo hanno pesato molto le accuse di antisemitismo rivolte al suo partito, e certamente anche le critiche reiterate – che il premier Boris Johnson non ha mai mancato di rinfacciargli – di non esser mai stato sufficientemente netto proprio sulla madre di tutte le battaglie, in Gran Bretagna, ossia la Brexit. Tema sul quale il leader laburisti ha oscillato molte volte, fino a proporre, in questa campagna elettorale, di rinegoziare ancora una volta l’accordo con l’Ue per poi sottoporlo ad un ulteriore referendum: non una grande prospettiva, probabilmente, per i britannici, oramai sfibrati dalla Brexit.    Non mancano i sondaggi che dicono che l’elettore medio vuole solo uscirne, da questo patema: in un modo o nell’altro. E a questo punto BoJo sembra offrire il percorso più facile.   E per quanto popolari sui social media, forse il centro del Paese non ha apprezzato fino in fondo il “libretto rosso” di Corbyn: la nazionalizzazione dell’energia, della rete idrica, delle poste e delle ferrovie, quella grande “riforma radicale” che a molti è suonato come la sinistra dei tempi che furono. E non è bastato, a quanto pare, neanche battere sul tema più caldo della campagna elettorale, ossia il cattivo stato di salute del Sistema sanitario nazionale, che a detta del leader laburista BoJo intende svendere sull’altare di un accordo di libero commercio con l’America di Donald Trump. E’ al deputata Gloria De Piero ad azzardare l’ultima ipotesi: “Non abbiamo voluto capire che tanti dei nostri che avevano votato Leave meritavano di essere ascoltati”.

 Swinson si dimette da leader Lib-Dem 

Problemi anche tra i Lib Dem. Jo Swinson si è dimessa da leader liberaldemocratica, dopo aver perso il suo seggio ai Comuni. Lo riferiscono i media britannici, aggiungendo che la guida dei LibDem è stata affidata a Ed Davey e Sal Brinton.    Nel collegio di East Dunbartonshire, Swinson è stata battuta per appena 149 voti dalla candidata del Partito nazionale di Scozia, Amy Callaghan. "Sono orgogliosa del fatto che in questa campagna i liberaldemocratici abbiano difeso l'apertura, la generosità e la speranza. Siamo stati onesti su ciò in cui crediamo e su ciò che stiamo cercando di ottenere", ha dichiarato Swinson, 39 anni, prima donna leader LibDem, eletta lo scorso luglio.