Affari Europei

Fondi europei, Cozzolino: "Così l'Italia puó evitare i tagli"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Nel nuovo Bilancio pluriennale dell'Unione europa la Commissione Ue ha proposto un taglio del sette per cento ai fondi strutturali. Questo si tradurrebbe in una diminuzione delle risorse disponibili per gli Stati e le Regioni. Tuttavia, grazie ad una modifica delle regole con sui le risorse vengono allocate, per l'Italia gli effetti del taglio verrebbero sterilizzati e anzi, i fondi disponibili passerebbero da 36,2 a 38,6 miliardi.

"Tutto questo é stato reso possibile grazie al lavoro svolto da Padoan, Gentiloni e De Vincenti che hanno individuato con gli altri paesi europei, Germania e Francia in primis, dei criteri che avvantaggiano notevolmente l'Italia", spiega ad Affaritaliani.it Andrea Cozzolino, eurodeputato del Pd e vicepresidente della Commissione per lo sviluppo regionale

Come mai questo cambio di regole?

"Per quindici anni le risorse europee sono state trasferite soprattutto verso i Paesi di nuovo ingresso. Gli Stati dell'Est hanno beneficiato di ingenti trasferimenti destinati allo sviluppo delle economie nazionali in modo che si chiudesse il gap con gli Stati dell'Ovest. Oggi questo gap é stato colmato e l'Unione europea si é data nuove priorità".

Quali sono?

"Ad esempio il contrasto della disoccupazione giovanile, che in alcuni Paesi ha raggiunto dei livelli preoccupanti. Oppure l'abbandono scolastico. Con gli anni della crisi e dell'austerity si é investito meno nella scuola e questo ha portato a degli effetti nefasti a cui oggi dobbiamo porre rimedio. Queste priorità non sono dettate dal caso ma da una precisa volontà politica".

I Paesi dell'Est non hanno più bisogno di queste risorse?

"Gli indicatori lo confermano. I Paesi dell'Est sono cresciuti enormemente in questi anni avvantaggiandosi di due elementi. Prima di tutto le ingenti risorse che sono state messe loro a disposizione attraverso i fondi strutturali. E poi la possibilità di essere svincolati dai patti di stabilità interni ed esterni non appartenendo all'Eurozona".

Questo nuovo quadro di allocazione delle risorse é ormai stato approvato o può essere messo in discussione?

"Deve essere ancora votato definitivamente e noi ci aspettiamo un fuoco di fila da parte dei Paesi dell'Europa orientale che ovviamente non vogliono rinunciare ai fondi. Spero che Lega e Movimento 5 Stelle siano compatti e in grado di non disperdere i risultati ottenuti fino ad ora".

La riduzione delle risorse verso i Paesi dell'ex blocco sovietico é una ritorsione da parte di Bruxelles per il loro rifiuto nell'accogliere i migranti?

"Non c'é nessuna relazione. Se Grecia, Spagna, Francia e Italia devono farsi carico dell'accoglienza dei richiedenti asilo é evidente che questo comporta un aggravio dei costi. Non tanto per l'emergenza, quanto per l'integrazione. Se i Paesi dell'est accetteranno questa sfida concorreranno anche loro ad utilizzare queste risorse".