Affari Europei
Grecia, i dissidenti di Syriza preparano l'imboscata a Tsipras
Incassato il sì del Parlamento al nuovo pacchetto di riforme, Alexis Tsipras prova a mettere mano alla propria maggioranza. Il testo è passato in Aula grazie al voto delle opposizioni, ma mentre i nazionalisti di Anel hanno votato a favore del premier, l'ala radicale ha avuto molte defezioni, anche se non ha sancito la rottura definitiva facendo cadere il governo.
I dissidenti, capeggiati dallo speaker della Camera, sono pronti ad abbandonare il premier, ma prima devono aspettare che la sua popolarità tra l'opinione pubblica cali. I sondaggi lo danno infatti ancora oltre il 40% e se si andasse ad elezioni anticipate è probabile che dilaghi ancora come alle ultime consultazioni. Inoltre la legge elettorale greca parla chiaro: se si torna al voto prima di un anno dalle elezioni è il premier a fare le liste elettorali, ergo molti perderebbero lo scranno.
Meglio allora aspettare che l'austerity faccia il suo corso. Che la disoccupazioni aumenti e che i greci siano sempre più scontenti di Bruxelles e del governo. Solo allora i dissidenti sono pronti a fare cadere l'esecutivo. Intanto i creditori internazionali (Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) hanno fatto sapere di ritenere che "le autorità greche abbiano applicato in tempo e generalmente in modo soddisfacente" la seconda parte delle misure richieste dall'Eurosummit del 12-13 luglio. Bisogna solo vedere quanto reggerà il governo.