Affari Europei
Isis, nasce l'asse Hollande-Cameron. Base a Cipro e... La strategia

Il presidente francese François Hollande e il premier britannico David Cameron hanno visitato insieme il Bataclan Café, la sala concerti parigina in cui sono morte 89 persone negli attentati del 13 novembre. David Cameron ha scritto su Twitter che egli è rimasto "fianco a fianco" a Hollande sul luogo teatro della strage, in cui è morto anche un cittadino britannico. Cameron è a Parigi per ribadire la solidarietà del Regno Unito nella lotta all'Isis.
LA STRATEGIA MILITARE - Il premier britannico David Cameron, a Parigi, ha offerto al presidente francese, François Hollande la base britannica di Akrotiri, sull'isola di Cipro, come punto di appoggio per le operazioni contro l'Isis in Siria: la base e' la roccaforte della presenza britannica nel Mediterraneo orientale, che ebbe un ruolo di primo rilievo nella crisi di Suez a meta' degli anni Cinquanta e nei bombardamenti alla Libia negli anni Ottanta.
I raid, dunque, potranno partire anche da uno dei due territori del Regno Unito sull'isola - l'altro e' la base di Dhekelia, più a est - e in questo modo il primo ministro Tory dà un primo concreto sostegno alla Francia, alle prese con la più grande emergenza terrorismo della sua storia. Akrotiri, dove è di stanza la Raf, la Royal Air Force, fu costruita nei primi anni Cinquanta soprattutto per alleggerire il peso della presenza britannica a Nicosia, la capitale.
Oltre a offrire gli hangar per gli aerei da guerra, Akrotiri, con la sua pista di 2,8 km, è anche la sede invernale degli addestramenti delle Red Arrows, la pattuglia acrobatica britannica corrispettivo nel Regno Unito delle Frecce Tricolori. Vasta circa 123 kmq, Akrotiri è una delle due aree britanniche sull'isola, che ospitano un totale di 8mila militari e civili britannici e circa 7mila ciprioti. Quasi dei micro-Stati, al punto che in teoria chi abita in una di queste due basi puo' anche richiedere lo status di cittadino di una dipendenza britannica d'oltremare.
Nella base di Dhekelia, ultimamente, si è anche avuta una piccola crisi legata a 114 rifugiati, per lo più siriani, sbarcati sulla costa cipriota a metà ottobre; e ha registrato anche proteste da parte dei profughi: i motivi del malcontento erano legati alle condizioni di vita dei migranti e ai ritardi nelle procedure di asilo, nonostante solo 12 di essi pare avessero presentato regolare richiesta.
Nel pieno delle proteste, un portavoce delle basi militari aveva comunque smentito le accuse provenienti dai migranti e dalle associazioni umanitarie, sostenendo come i rifugiati disponessero di un tetto, vestiti puliti e tre pasti caldi al giorno, cosi' come confermato anche da ufficiali delle Nazioni Unite.
E' in atto comunque una diatriba con Cipro su chi abbia la responsabilità di questi profughi. Londra sostiene l'esistenza di un trattato con Cipro che assegnerebbe i rifugiati in capo a Nicosia, mentre il governo cipriota, sostenuto in parte dalla stessa Onu, ne assegna la responsabilita' al Regno Unito. Secondo la stampa, fra i migranti, a maggioranza siriana, ci sarebbero anche alcuni libanesi e alcuni palestinesi.