Junker presenta il Libro bianco e mira agli Stati Uniti d'Ue, ma è isolato
Juncker cerca alleati in Ue per rivoluzionare l'Europa. Ma i maggiori Stati stanno andando al voto e non si vogliono sbilanciare. L'analisi
Ieri Jean Claude Juncker ha presentato al Parlamento europeo il suo Libro bianco per il futuro dell'Unione europea e punta a creare gli Stati Uniti d'Europa
Un documento nel quale ha voluto presentare cinque scenari di Europa possibile dopo la Brexit. L'abbandono della Gran Bretagna dell'Unione europea segna infatti un momento cruciale per l'Ue che, secondo Juncker, si deve domandare dove vuole andare. Le opzioni presentate vanno da quella piú semplice, lasciare tutto come adesso con il rischio peró che l'Unione vada a sbattere. Oppure l'opzione piú rivoluzionaria prevede la costruzione di veri e propri Stati Uniti d'Europa.
Juncker vuole dare vita agli Stati Uniti d'Europa
Juncker non ha voluto sbilanciarsi su quale sia l'opzione da lui prediletta. Ma i bene informati sanno che l'ex premier del Lussemburgo vorrebbe andare verso una Europa piú unita, che condivida materie ora di pertinenza degli Stati, come immigrazione, fisco, politica estera e di difesa. Il calcio di inizio della discussione sul futuro dell'Unione é il 25 marzo, quando a Roma i capi di Stato e di governo si incontreranno per celebrare l'anniversario dei Trattati che hanno dato vita all'Unione europea come la conosciamo.
Juncker chiama Gentiloni che peró non lo appoggia
In vista di questo appuntamento Juncker ha iniziato a tessere la sua tela per cercare di portare acqua al suo progetto di Stati Uniti d'Europa. Ma il compito é tutt'altro che semplice. Nessun governo europeo, oggi come oggi, intende appoggiare il presidente della Commissione. Ieri Juncker ha chiamato Gentiloni per discutere delle celebrazioni e ha sondato il terreno per sapere qual é la posizione del governo italiano.
Gentiloni: nessun passo in avanti fino a nuove elezioni
Ma il premier italiano ha fatto sapere a Juncker che balzi in avanti sono attualmente fuori discussione. Il panorama politico italiano, che fino a tre mesi fa era tra i piú solidi d'Europa, oggi dá molti grattacapi. Il Partito democratico é spaccato al suo interno, il Centrodestra é balcanizzato e solo il Movimento 5 Stelle ha i numeri per proporsi come partito di governo. Peccato che sia una formazione euroscettica che certo non appoggerebbe Juncker. Ergo, l'Italia se ne chiama fuori. Anche perché a breve si andrà a votare e nessuno vuole sbilanciarsi su un tema scottante come l'Europa.
Anche la Francia é off limits per Juncker
Anche sul fronte francese le cose non vanno benissimo. Anche se una speranza c'é. I cittadini francesi sono infatti chiamati alle urne e prima dell'estate sapremo quale sará il nuovo governo. Se a Bruxelles temono l'ascesa di Marine Le Pen, acerrima nemica dell'Unione, sanno anche che una sua elezione all'Eliseo é altamente improbabile visto che sarebbe fermata al secondo turno. Le inchieste giudiziarie poi hanno fiaccato l'abbrivio che Francois Fillon aveva ricevuto dopo le primarie dei Repubblicani. Ma i sondaggi segnano l'ascesa di Emmanuel Macron, il piú europeista dei candidati all'Eliseo. Il problema é che l'ex ministro dell'encomia del governo Hollande non ha alcuna intenzione di sostenere Juncker in questo momento, e anche se vincesse intende aspettare quello che accade in Germania.
Le elezioni tedesche momento cruciale per il futuro dell'Unione
In autunno infatti si vota anche nella Federazione tedesca e i sondaggi ci dicono che sará un testa a testa tra Merkel e Schulz, con gli euroscettici di Alternativa per la Germania tagliati fuori dal governo. Se vincesse Merkel, che condivide l'appartenenza nel Ppe con Juncker, il presidente della Commissione avrebbe l'appoggio di cui ha bisogno per dare una svolta all'Unione. Ma Merkel imporrebbe un piú stretto controllo sulle economie dei Ventisette, suscitando il niet alla riforma dell'Europa di molti Stati. Se invece vincesse Schulz, che pure é un socialista, Juncker potrebbe puntare invece su una Unione non solo piú coesa, ma anche piú attenta al sociale.