L'Italia punta su una Europa a due velocità. A Roma i ministri dei sei Paesi fondatori
Il ministro Paolo Gentiloni ha riunito oggi a Roma i ministri degli esteri dei sei Paesi fondatori dell'Unione europea. Lo scopo é iniziare una riflessione per individuare il modo con cui rilanciare l'operato dell'Ue e procedere verso una maggiore integrazione.
A confluire su Roma saranno i rappresentanti di Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Sul tavolo questioni dirimenti: la crisi dei migranti, quella economica e l'euroscetticismo montante. Per Gentiloni sono sfide che bisogna affrontare tutti assieme e se mettere d'accordo ventotto Paesi risulta difficile, meglio allora procedere con un nucleo di Stati maggiormente coesi.
L'obiettivo temporale é marzo 2017, tra poco più di un anno infatti si celebreranno i 60 anni del Trattato di Roma, l'atto di nascita dell'Europa. In quell'occasione il governo italiano vuole presentare un documento di riforma dei trattati frutto del confronto che inizia con il vertice di oggi.
Secondo il presidente del Consiglio italiano bisogna andare verso una Europa a due velocità. Da un lato uno zoccolo duro, che dovrebbe essere rappresentato dai Paesi che hanno adottato l'euro, che esprime una maggiore collaborazione in fatto di politica estera e di difesa comune, ma anche in fatto di cooperazione e fisco. In quest'ottica si inserisce anche il documento dei 5 Presidenti e la proposta di un ministro del Tesoro europeo avanzata dai presidenti delle banche centrali di Francia e Germania.
La spinta propulsiva di questo gruppo di Stati dovrebbe fare da attrattore e spingere i Paesi della cintura esterna, dalla Spagna alla Polonia, dalla Grecia alla Danimarca, ad allinearsi per poter giovarsi di vantaggi economici e sociali. L'Europa, é il ragionamento del premier, smetterebbe cosi di diventare la matrigna che ordina ciò che bisogna fare o non fare e si trasformerebbe in un obiettivo appetibile da raggiungere.