Affari Europei

La Libia spaventa Bruxelles. Mogherini: governo di unità nazionale

I gruppi terroristici affiliati all'Isis in Libia rappresentano una minaccia ed e' urgente arrivare a un governo di unita' nazionale per la pace e la stabilita' del Paese nordafricano. Lo ha sottolineato l'Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini. "I recenti atti di terrorismo, commessi da gruppi affiliati a Daesh (Isis) a Sirte, con bombardamenti indiscriminati ed esecuzione di prigionieri, dimostrano che gli estremisti stanno approfittando del vuoto di sicurezza nel Paese per espandersi e prendere di mira cittadini libici", ha affermato Mogherini.

"Daesh rappresenta una minaccia per tutti i libici e invitiamo tutti gli attori politici e militari libici a dimostrare il necessario spirito di responsabilita' e compromesso per raggiungere un accordo politico e formare un governo di unita' nazionale", ha aggiunto il capo della diplomazia europea. "Cio' permettera' al popolo libico di affrontare questa crescente minaccia in modo unitario e di riportare la pace e la sicurezza nel Paese", ha aggiunto Mogherini. "L'Ue e' pronta a sostenere un governo di unita' nazionale, in modo che la popolazione libica possa beneficiarne rapidamente e arrivare alla pace e la stabilita'".

Mentre l'Isis continua a terrorizzare Sirte, la comunita' internazionale moltiplica gli appelli per una soluzione politica, ma l'interlocutore da essa riconosiuto, il Parlamento di Tobruk, chiede un intervento armato dei Paesi arabi contro i jihadisti. I governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno chiesto a tutte le fazioni di unire le proprie forze contro lo Stato islamico.

Domani in una riunione straordinaria al Cairo, la Lega Araba valutera' le rischieste di Tobruk al Cairo, che disperato per quanto sta accadendo a Sirte, ha chiesto di bombardare il califfato. Il deterioramento della situazione, ha sottolineato il governo algerino, e' una minaccia per tutta la regione, mentre il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha rinnovato la richiesta di arrivare presto ad una intesa tra le opposte fazioni, altrimenti, ha avvertito, la Libia rischia di diventare una nuova Somalia. Parigi, Berlino, Madrid, Roma, Londra e Washington hanno condannato con forza gli atti barbarici che terroristi affiliati all'Isis stanno perpetrando a Sirte.

"Siamo profondamente preoccupati dalle notizie che parlano di bombardamenti indiscriminati su quartieri della citta' densamente popolati e atti di violenza commessi al fine di terrorizzare gli abitanti - si legge in un comunicato congiunto dei 6 paesi - . Facciamo appello a tutte le fazioni libiche che desiderano un Paese unificato e in pace affinche' uniscano le proprie forze per combattere la minaccia posta da gruppi terroristici transnazionali che sfruttano la Libia per i loro scopi".

"Ci felicitiamo - si legge in un comunicato diramato dalla Farnesina - per la recente sessione di negoziati per il dialogo politico svoltasi a Ginevra e ribadiamo tutto il nostro appoggio al processo di dialogo guidato dal rappresentante speciale del segretario Generale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon". "Ribadiamo ancora una volta - prosegue l'appello - che non esiste una soluzione militare al conflitto politico in Libia, e rimaniamo preoccupati per la situazione economica e umanitaria che peggiora giorno dopo giorno. Siamo pronti a sostenere la messa in pratica di questo accordo politico, affinche' il Governo di Concordia Nazionale e tutte le nuove istituzioni nazionali possano funzionare efficacemente e venire incontro alle necessita' piu' urgenti del popolo libico". Ma le autorita' libiche, che oltre ai raid aerei dei Paesi arabi, chiedono anche la revoca del divieto della vendita di armi imposto dall'embargo Onu nel 2011. Tobruk si e' rivolto alla Lega rammentando che a causa dell'embargo Onu imposto nel 2011, avvertono: l'Isis connquistera' altro territorio senza un intervento armato.