Affari Europei

La mappa degli ogm in Europa. In 15 dicono no, allarme per il biotech

"Ogm fuori dal nostro territorio". Ben 15 dei 28 Stati membri dell'Unione Europea hanno chiesto l'opt out sulla coltura degli organismi geneticamente modificati. Anche l'Italia si è aggiunta in extremis a una lista che continua a farsi più corposa.

Gli altri paesi che hanno già presentato la richiesta dell'esclusione del loro territorio dall'area in cui si possono coltivare Ogm autorizzati o pendenti sono Lettonia, Grecia, Croazia, Francia, Austria, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Lituania, Belgio (ma solo per la regione della Vallonia), il Regno Unito (per Scozia, Galles e Irlanda del Nord), Bulgaria, Germania (fatti salvi gli scopi di ricerca) e Cipro.

Si tratta di un duro colpo per l'industria biotech. Sul tema sono state molto attive anche grandi multinazionali come Monsanto e Dow. L'Ue aveva già eliminato più di 70 prodotti geneticamente modificati, tra cui alcuni destinati all'alimentazione umana e altri ai mangimi per animali. Ma le aziende agricole hanno il diritto di opporsi e gli Stati membri possono chiede l'opt-out per motivi di interesse generale, come questioni ambientali o agricole, di pianificazione urbanistica o di utilizzo del terreno o anche per l'impatto socio-economico, e l'utilizzo dei terreni.

I fautori dei prodotti geneticamente modificati sostengono che gli Stati membri non avrebbero il diritto di mettere al bando gli ogm visto che l'Ue non ha trovato motivi legati alla salute per vietarli. Altri dicono che si sarebbe dovuta prendere una decisione più drastica e comune senza lasciare l'ultima parola ai singoli Stati, così come è invece successo. E ora la nuova mappa degli ogm che si sta venendo a creare preoccupa non poco l'industria del settore.