Affari Europei
La Russia alla conquista dell'Artico. Preoccupazione a Bruxelles
Come la Cina rivendica il 90% del isole del Mar Cinese Meridionalem costruendo basi militari su isole artificiali create su barriere coralline appena affioranti, cosi' la Russia rivendica il controllo delle risorse energetiche (90 miliardi di barili di petrolio ed il 30% delle riserve mondiali di gas secondo stime Onu) sotto l'Artico creando una serie di nuove basi militari che circondano il Circolo Polare Artico. Secondo quanto rivela il Times le truppe di Mosca stanno portando a termine la costruzione di 6 nuovi basi militari (parte di un piano piu' ampio che prevede 13 piste di atterraggio e 10 nuovi sistemi radar a lungo raggio) permanenti per respingere chi minaccia i suoi interessi economici nella zona, a partire da Canada, Norvegia e Danimarca.
Proprio le tensioni che si potrebbero scatenare tra Mosca e gli stati europei (anche se Oslo non fa parte dell'Ue), preoccupa Bruxelles. Inoltre già da tempo la Commissione europea ha messo in guardia gli Stati che dipendono troppo dal petrolio e dal gas russo chiedendo una diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Mosca ha infatti sempre usato le sue risorse energetiche come un'arma geopolitica, tendenza che andrà crescendo se il Cremlino dovesse avere il pieno controllo delle risorse dell'Artico.
Tra le basi costruite al Polo c'è quella di Trefoil sulla grande isola conosciuta come Terra di Alessandra (Zemlja Aleksandry) nel Mare di Barents dove tra pochi giorni arriveranno 150 soldati. Le altre nuove installazioni sono sull'isola di Kotelny nell'arcipelago della Nuova Siberia, sull'isola di Sredny nell'arcipelago Di Nicola II o Severnaya Zemlya, a Rogachevo sull'isola di Novaya Zemlya, a Wrangel e Cape Schmidt sulla penisola della Chukotka, ai confini con l'Alaska.
Non solo. All'inizio del mese il ministero della Difesa ha annunciato di aver schierato in due basi, nell'arcipelago di Novaya Zemlya (la stessa di Rogachevo, isola tra il Mare di Barents e quello di Kara oltre il Circolo Polare Artico) e nel porto di Tiksi in Siberia, due batterie del loro piu' moderno e potente sistema anti-aereo, l'S-400. Si tratta dello stesso sistema d'arma schierato in Siria a protezione delle forze aeree russe dopo l'abbattimento il 24 novembre scorso di un Sukhou 24 da parte di 2 F-16 turchi. L'S-400 e' un sistema composto da un mezzo semovente comando, due tipi di radar semoventi, che controllano fino ad un massimo 12 piattaforme di lancio semoventi, ognuna in grado di sparare 4 missili. In questo modo un sistema S-400 puo' seguire e distruggere fino 80 obiettivi in cielo entro un raggio di 400 km.