Macron taglia, via il capo dell'esercito. Niente vacanze per i ministri
Primi guai per Macron. Il capo dell'esercito si dimette per i tagli alla Difesa
Dissenso con Macron sui tagli alla Difesa, lascia il capo dell'esercito
In aperto dissenso con i tagli alle spese per la Difesa preannunciati dal presidente Emmanuel Macron, il capo di Stato maggiore delle forze armate francesi Pierre de Villiers, ha rassegnato le dimissioni. "Nelle circostanze attuali, ritengo di non essere più in grado di garantire il modello di esercito nel quale credo per garantire la tutela della Francia e dei francesi", ha scritto in un comunicato de Villiers, 60 anni, che ricopriva l'incarico da tre anni e mezzo. Il presidente 39enne, in carica de due mesi, ha gia' accettato le dimissioni del capo di Stato maggiore, richiamato all'ordine piu' volte nelle ultime settimane.
"Macron tradisce i suoi impegni coi militari"
L'inquilino dell'Eliseo rimproverava de Villiers per le sue critiche aperte ai tagli della spesa pubblica nel settore (850 milioni di euro nel prossimo bilancio) e le tensioni si erano apertamente manifestate la scorsa settimana dopo l'audizione di de Villiers alla Commissione parlamentare Difesa. Piccato Macron aveva risposto senza mezzi termini: "Sono io il capo", assicurando che sarebbe stato il capo della Difesa a cambiare posizione. Le dimissioni di de Villiers sono un fatto senza precedenti dal 1958, anno di avvento della Va Repubblica. Per lo studioso Philippe Vial, si tratta di un "evento storico" da quando la carica di capo di Stato maggiore delle forze armate francesi risponde all'autorita' del ministro della Difesa, a partire da luglio 1962.
Macron chiede ai ministri disponibilità anche durante le vacanze
Nel frattempo Macron sta organizzando le modalità delle vacanze dei membri del governo in modo da dare un segnale di presenza continua. In una circolare dell'Eliseo recapitata si chiede in particolare ai ministri di "scegliere una destinazione di vacanza che consenta di richiamarli rapidamente ai loro ministeri": tuttavia, contrariamente al passato, i ministri non saranno obbligati a restare in Francia; i membri del governo comunque dovranno comunicare le "coordinate telefoniche ed informatiche", in caso di necessita'.