Affari Europei
Made In, Confindustria contro la proposta di Riga: "Inaccettabile"
"La proposta della Presidenza lettone per l'applicazione dell'art.7 del Regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, che si discuterà al Consiglio Competitività del 28 maggio, rappresenta una soluzione inaccettabile". Cosi Lisa Ferrarini, vice presidente di Confindustria per l'Europa, attacca la proposta di Riga. In vista del prossimo Consiglio Competitività del 28 maggio a Bruxelles, la presidenza lettone ha messo a punto una proposta di compromesso sul regolamento, nella speranza di giungere ad un accordo tra i paesi membri dell'Ue. Sul "Made in", la proposta di Riga prevede l'applicazione dell'articolo 7 solamente per due categorie: le calzature e le ceramiche, limitatamente ai prodotti destinati ad entrare in contatto con il cibo.
"Apprezziamo molto l'impegno del governo che ha lavorato per ottenere lo sblocco del dossier", ha proseguito LIsa Ferrarini, "tuttavia il campo di applicazione previsto sarebbe troppo limitato in quanto prenderebbe in considerazione soltanto il settore delle calzature e parte di quello della ceramica, escludendo comparti fondamentali come le piastrelle ed almeno altri tre interi settori cruciali per l'industria italiana, come il tessile, l'arredamento e la gioielleria".
"La proposta della Commissione europea - prosegue la Ferrarini- che è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento europeo, riguardava tutti i prodotti industriali destinati al consumo. Da tutti i settori, passare a poco più di uno ci sembra solo un contentino. Peraltro, lo studio d'impatto realizzato in questi mesi indica chiaramente che l'intero settore della ceramica è favorevole, cosi come quello della gioielleria, quello dei mobili e larga parte del tessile. Confidiamo nella capacità della delegazione italiana di fare fronte comune con gli altri paesi favorevoli ed ottenere una proposta adeguata, cosi che le ultime fasi del dialogo interistituzionale possano partire da una base sufficiente. Oltre al restringimento dei settori - conclude - vi sarebbe anche l'ipotesi di una revisione della norma a tre anni, perciò le concessioni e gli elementi di flessibilità non mancano".