Affari Europei
Manovra bocciata, ora che succede? Più che l'Ue l'Italia deve temere i mercati

L'Italia ha poco da temere dall'Ue. Il vero spettro si chiama spread
MANOVRA BOCCIATA, E ORA CHE SUCCEDE?
Quello che era ampiamente annunciato si è verificato. La manovra dell'Italia è stata bocciata dalla Commissione europea, che ha chiesto dei correttivi e un nuodvo documento entro le prossime settimane. Ma che cosa succede adesso? Nell'immediato, sul fronte politico, poco o nulla. Se anche il governo non dovesse accogliere le critiche e gli aggiustamenti richiesti dall'Ue le tanto sbandierate sanzioni non sarebbero automatiche. Bisognerebbe infatti ancora arrivare a un'ipotetica bocciatura ufficiale e definitiva della manovra. Ma anche allora le sanzioni non sarebbero automatiche. Ipoteticamente in quel momento potrebbe aprirsi una procedura d'infrazione per mancato rispetto della regola del debito.
MANOVRA, CHE COSA RISCHIA DAVVERO L'ITALIA
La possibilità più concreta, se davvero l'Europa decidesse di compiere questo passo, sarebbe che ciò possa avvenire nella primavera 2019 e non già a novembre. Solo allora Bruxelles chiederebbe il rientro dal disavanzo eccessivo stabilendo anche dei precisi paletti temporali. Solo alla fine di questo percorso, che potrebbe anche durare per un paio d'anni, l'Italia rischierebbe eventuali sanzioni in caso di mancato rientro. Sul piano delle sanzioni l'Italia rischia poco. Ricordiamoci che nel 2003, quando Francia e Germania hanno violato il limite del 3 per cento, quindi andando ben oltre il 2,4% italiano, avevano ottenuto la sospensione delle sanzioni. Un precedente che evidentemente rassicura il governo, anche perché le sanzioni dell'Ue finora non sono mai stati applicate.
MANOVRA, PIU' DELL'UE L'ITALIA DEVE TEMERE LO SPREAD
Ma se sul piano politico e comunitario la realtà è che l'Italia non rischia più di tanto, dal punto di vista economico invece il discorso cambia. Uno scontro aperto e duraturo con Bruxelles e l'ipotetica apertura di una procedura d'infrazione avrebbero effetti molto negativi sui mercati e sullo spread. E' questo il vero fronte sul quale l'Italia deve fare attenzione, più che su una politica comunitaria che è pronta a cambiare nei prossimi mesi dopo le elezioni del prossimo maggio.