Ogm, l'Italia non ha ancora richiesto all'Ue il divieto delle colture - Affaritaliani.it

Affari Europei

Ogm, l'Italia non ha ancora richiesto all'Ue il divieto delle colture

Italia in ritardo. Non ha ancora inviato alla Commissione europea la richiesta di escludere il suo territorio dalle colture Ogm approvate. Un ritardo che desta stupore visto che proprio il nostro Paese è stato quello più battagliero sull'argomento. Eppure non siamo tra gli undici Paesi Ue ad aver già inviato alla Commissione europea la richiesta di escludere parzialmente o interamente il suo territorio dal campo di applicazione di tutti e otto gli organismi geneticamente modificati (Ogm), fra quelli approvati e in via di approvazione.

Enrico Brivio, portavoce del commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, ha ricordato che "per avvalersi di questa opzione, che richiede l'assenso dei produttori degli Ogm, c'è tempo fino al 3 ottobre", elencando i Paesi che hanno già fatto domanda: Grecia, Lettonia, Lituania, Francia, Croazia, Austria, Polonia, Ungheria, Olanda, Belgio (per la regione Vallonia), Gran Bretagna (per Galles, Irlanda del Nord e Scozia). Dopo la scadenza di questo sabato "ci sarà ancora la possibilità di esercitare l'opt out" spiega il portavoce della Commissione europea "fornendo una serie di motivazioni" elencate nella nuova direttiva in materia di coltivazioni Ogm. Si parla ad esempio di obiettivi di politica ambientale, agricola o di pianificazione urbana e territoriale, mentre le motivazioni di carattere ambientale o di rischi per la salute rimangono competenza dell'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare.

Il ritardo preoccupa molti. "Il fatto che l'Italia non abbia ancora inviato alla Commissione europea la richiesta di escludere il territorio nazionale dal campo di applicazione degli Ogm, prevista dalla direttiva 2015/412 che consente il divieto nazionale di coltivazioni geneticamente modificate, ci preoccupa molto dato che mancano solo quattro giorni al termine della scadenza previsto dalla direttiva". E' quanto denuncia Legambiente, ricordando che "nella battaglia contro gli Ogm il Paese si e' dimostrato in prima linea e ha sempre sostenuto la nuova direttiva: per questo non riusciamo a capire a cosa possa essere dovuto questo ritardo". Il presidente nazionale dell'associazione ambientalista, Vittorio Cogliati Dezza, si augura "pertanto che l'Italia non perda questa importante occasione e che invii, entro il 3 ottobre, la richiesta sul divieto di coltivazione ogm prevista dall'Unione europea. Solo cosi' sara' possibile, infatti, proteggere l'agricoltura italiana dalla contaminazione delle coltivazione geneticamente modificate, continuando a garantire l'assoluta sicurezza dei prodotti agricoli di qualita' e la tutela della salute dei cittadini".