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Pensioni, ecco come funziona al Parlamento europeo

Dal 2009 le pensioni degli eurodeputati si calcolano con il metodo contributivo. Niente super vitalizi dunque per gli onorevoli europei

 

Nessuna pensione d'oro o vitalizio per i deputati del Parlamento Europeo, anche se il ritorno alla vita da cittadino comune é facilitato da un'indennitá transitoria che puó valere oltre 200 mila euro lordi. Dal 2009, a seguito di una profonda riforma dello statuto degli eurodeputati, le regole dell'Assemblea di Strasburgo hanno parificato il trattamento previdenziale dei suoi membri, che precedentemente erano trattati come i parlamentari nazionali.

Niente vitalizi, sí a pensioni a 63 anni

Le norme attuali prevedono che, al compimento del 63esimo anno di eta', gli ex deputati abbiano diritto a una pensione, che ammonta al 3,5% dello stipendio per ogni anno compiuto di esercizio del mandato, sino a un massimo complessivo del 70%. Concretamente, dopo 20 anni di mandato (quattro legislature) un ex europarlamentare puo' intascare ogni anno al massimo circa 71 mila euro lordi (55 mila euro netti). Dopo una sola legislatura, la pensione vale circa 17.800 euro l'anno lordi (la tassazione e' minima). Il trattamento previdenziale viene erogato direttamente dal bilancio comunitario. Alcuni deputati, eletti all'Europarlamento prima del 2009, possono ancora godere dei benefici dei parlamentari nazionali e di una pensione integrativa finanziata parzialmente dall'Europarlamento.

Per gli eurodeputati stipendi da 6mila euro al mese

Il valore della pensione e' calcolato sulla base della retribuzione mensile dei deputati europei, che ammonta al 38,5% di quella di un giudice della Corte di giustizia dell'Unione Europea. Dal 1 luglio 2016, lo stipendio di ciascun deputato e' di 8.484,05 euro lordi al mese, su cui si applicano le aliquote particolarmente vantaggiose previste per tutti i funzionari europei. Al netto delle tasse, la retribuzione mensile e' di 6.611,47 euro. E' sulla base di queste cifre che si applica il 3,5% per ogni anno, con un massimo del 70%.

Decesso, reversibilitá e maternitá: ecco come funziona

Il diritto alla pensione sussiste a prescindere da altri trattamenti pensionistici. La pensione, in caso di decesso, e' reversibile per moglie e figli a carico (fino a 21 anni). Lo statuto dei deputati prevede anche una pensione di invalidita', nel caso in cui insorga nel corso del mandato, che ammonta a almeno il 35% della retribuzione. Gli ex deputati titolari di una pensione hanno diritto al rimborso dei due terzi delle spese mediche e delle spese derivanti da gravidanza o dalla nascita di un figlio.

Abolita la pensione a 50 anni

Fino al 2009 per i deputati europei esisteva la possibilita' di andare in pensione anticipata a 50 anni, grazie a un fondo di vitalizio volontario parzialmente finanziato dall'Europarlamento. Ma questo privilegio e' stato abolito con l'adozione del nuovo statuto. Il regime vitalizio integrativo per i deputati era stato introdotto nel 1989 come pensione integrativa. Tuttavia, da otto anni, non accoglie piu' nuovi iscritti e viene progressivamente abbandonato. Una volta terminato il mandato, gli ex deputati europei hanno invece diritto a un'indennita' transitoria pari a un mese di retribuzione per ogni anno di mandato. L'obiettivo dovrebbe essere di facilitare il ritorno verso un'altra attivita' professionale. L'indennita' transitoria viene concessa per minimo sei mesi (circa 50 mila euro lordi complessivi) e per un massimo di due anni (circa 203 mila euro lordi in totale). In caso di assunzione di un nuovo mandato in un altro parlamento o di una carica pubblica, l'indennita' transitoria viene versata sino all'inizio del mandato o all'entrata in carica.