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Affari Europei
Polemica AntiVax alla Camera. La mappa dei vaccini in Europa

 

La polemica in Italia é scoppiata dopo che un parlamentare di Mdp, Adriano Zaccagnini, ha organizzato alla Camera dei deputati una conferenza intorno al tema dei vaccini come causa di autismo. In molti si sono schierati contro il deputato e in tanti hanno chiesto che la conferenza non si tenesse. In Italia, come anche in altri Paesi europei (come la Francia), la paura, totalmente infondata, che i vaccini possano fare male sta portando molte madri a non vaccinare i vigli, con conseguenze gravi per la salute di tutti.

La pericolosità dei vaccini non ha alcuna prova scientifica

L'inizio del movimento anti-vaccini é riconducibile ad uno studio pubblicato in Inghilterra nel 1998 che metteva in correlazione vaccini e autismo. Il medico che lo ha elaborato, Andrew Wakefield, é stato poi radiato dall'ordine per aver manomesso i dati su cui si basava la sua ricerca. Il danno peró ormai era stato fatto e oggi sono in molti a ritenere che i vaccini causino l'autismo. E le teorie complottiste su interessi di governi e multinazionali si sprecano.

I vaccini in Europa, tra obblighi e raccomandazioni

Ma come ci si comporta nel resto d'Europa. Di seguito alcune tabelle in cui vengono indicate l'obbligatorietà o meno del vaccino. MA significa obbligatorio per tutti, MR significa obbligatorio per le persone a rischio, R raccomandato, A assenza di raccomandazioni, RA raccomandato per tutti, RR raccomandato per le persone a rischio.

 

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Vaccini: i miti corrono sul web

Per decenni sono stati considerati, a ragione, una svolta decisiva nella storia dell'umanita', capaci di estirpare rapidamente e a poco prezzo malattie che nei secoli hanno falcidiato l'umanita'. E' grazie ai vaccini che piaghe come il tifo, il vaiolo, la poliomielite, la tubercolosi, sembravano sconfitte per sempre. Oggi la situazione e' molto diversa: scomparsa o sfumata la memoria di quelle terribili malattie, serpeggiano i pregiudizi, le paure, i falsi miti sui vaccini, complice la grancassa incontrollata e martellante del web.

L'ultima edizione dei "Quaderni del Ministero della Salute" e' dedicata interamente a questo tema, sempre piu' attuale visto il crollo della copertura vaccinale per diverse patologie nel nostro Paese (e non solo), e il conseguente ritorno di malattie dimenticate, dalla meningite al morbillo. Tutto inizia alla fine degli anni '90: il positivismo scientifico applicato ai vaccini incontra il suo primo nemico mortale, proprio agli albori dell'era di Internet. E' la storia di una delle piu' grandi frodi scientifiche del XX secolo, a firma del gastroenterologo inglese Wakefield che, sulla prestigiosa rivista Lancet, teorizza per primo un nesso tra il vaccino MPR (quello contro morbillo, parotite e rosolia) e l'autismo nei bambini. Il medico sostiene che il vaccino puo' causare infiammazione intestinale, con conseguente aumento della permeabilita' della barriera intestinale e passaggio in circolo di sostanze tossiche per l'encefalo, favorendo, quindi, lo sviluppo di autismo.

Nello studio vengono descritti 12 bambini, affetti da disturbi gastrointestinali e autismo dopo vaccinazione con MPR. Due studi successivi di Wakefield indicano l'esistenza di una correlazione causale tra autismo e vaccinazione. Dopo il comprensibile scalpore iniziale, ben presto altri studi, sia in Europa che in Usa, trovano falle nella ricerca di Wakefield, e concludono che non ci sono evidenze scientifiche del nesso vaccini-autismo. Un grande studio dell'Institute Of Medicine of the National Academies americano, valutando l'esistenza di evidenze scientifiche a favore di una possibile correlazione tra 8 differenti vaccini (incluso l'MPR) ed una serie di eventi avversi, respinge definitivamente l'ipotesi di un nesso con l'autismo. Alle stesse conclusioni e' giunta l'Oms.

Non solo, uno studio americano del 2011 ha dimostrato come la vaccinazione anti-rosolia (generalmente somministrata nella formulazione trivalente MPR) abbia evitato, nel decennio 2001-2010, numerosissimi casi di disturbi dello spettro autistico associati alla sindrome da rosolia congenita. Nel 2004, un'inchiesta giornalistica condotta da Brian Deer sul Sunday Times rivela che lo studio di Wakefield non era immune da interessi economici: oltre a difetti epidemiologici (quali mancanza di un gruppo di controllo, esami endoscopici e neuropsicologici non eseguiti in "cieco", comparsa dei sintomi gastroenterici dopo e non prima lo sviluppo di autismo, in 7 dei 12 bambini presi in esame), conteneva alterazioni e falsificazioni della storia anamnestica dei pazienti, allo scopo di supportare le conclusioni del suo studio. Lo scandalo e' mondiale: gli altri co-autori dello studio di Wakefield firmano una dichiarazione con cui ritrattano le conclusioni del lavoro. E l'Ordine dei medici inglese riconosce il gastroenterologo colpevole di una trentina di capi d'accusa, tra cui disonesta' e abuso di bambini con problemi di sviluppo, nella conduzione della ricerca pubblicata, espellendolo dall'Ordine stesso. Nel 2010 Lancet ha ritirato l'articolo in questione.

Ma la paura ormai e' instillata nell'opinione pubblica: quando negli anni 2000 l'Italia dispone l'eliminazione del tiomersale (un composto a base di etilmercurio contenuto nei vaccini fin dal 1930) dai vaccini monodose a scopo precauazionale i complottisti ci leggono una conferma dei loro sospetti sulla tossicita' dei vaccini. Ignorando che l'etilmercurio ha una vita di appena 7 giorni e viene rapidamente eliminato attraverso urine e feci. Come scrive l'Oms nel 2012, "i vaccini contenenti tiomersale sono sicuri, essenziali ed insostituibili per lo svolgimento dei programmi di immunizzazione".

In ogni caso, l'incidenza di autismo o anomalie del sistema nervoso centrale in bimbi vaccinati, che gia' era bassissima, e' rimasta invariata anche dopo la rimozione precauzionale del tiomersale. E ancora, negli anni '90 si diffonde la convinzione di una possibile associazione causale tra SIDS (la sindrome della "morte in culla") e precedente vaccinazione. Ancora oggi, il principale vaccino chiamato in causa dagli oppositori alle vaccinazioni e' quello esavalente che, per i numerosi vantaggi che offre, e' ampiamente impiegato in Italia per la vaccinazione dei nuovi nati contro difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B e Haemophilus influenzae tipo b, cosi' come in altri Paesi che hanno un calendario vaccinale simile al nostro. In realta', i numerosi studi epidemiologici effettuati per appurare l'esistenza di una correlazione tra vaccinazione e SIDS hanno dimostrato che non vi e' alcuna differenza nell'occorrenza del fenomeno tra bambini vaccinati e non.

Come si vede, dunque, le "fake news" sui vaccini sono annose, a volte pluridecennali, ma dure a morire. E la colpa e' in massima parte del web. Secondo un'indagine Censis del 2014, il 42,8% dei genitori decide se vaccinare o meno i propri figli dopo aver cercato notizie su internet. La meta' va sui social network a questo scopo, dove le notizie, ancor piu' che nella rete in generale, sono di tutti i tipi, assolutamente incontrollate e non filtrate. Un mare magnum apparentemente anarchico, ma in realta' decisamente orientato: l'80% dei genitori "internauti" confessa di aver trovato sui vaccini notizie di taglio negativo, solo il 45,6% si e' imbattuto anche in notizie positive.

Chi cerca oggi informazioni sui vaccini in rete nel 46,7% dei casi trovera' allarmismi e avvertenze sui rischi, solo il 26,8% leggera' articoli o pagine web sui vantaggi delle vaccinazioni, e appena uno su 5, il 20,6%, avra' la fortuna o la perizia di imbattersi in fonti scientifiche o istituzionali, che chiariscano composizione e funzionamento dei vaccini stessi. Il risultato e' un impressionante 62,1% di genitori, ossia quasi due su tre, convinti che le vaccinazioni possano causare malattie gravi come l'autismo. Non a caso il 70% degli interpellati si ritiene contrario all'obbligatorieta' dei vaccini.

Le tabelle Oms, basate su innumerevoli studi clinici sulle reazioni avverse ai vaccini, parlano chiaro: nel 99% dei casi si rischiano arrossamento e gonfiore nel punto dell'iniezione o tutt'al piu' una rapida febbre. Problemi piu' gravi, come le convulsioni, sono nell'ordine di un caso ogni 200mila vaccinati. Ma i pregiudizi hanno spesso la meglio sui giudizi, e forse, sostengono gli scienziati, si dovrebbe ripartire dalla memoria condivisa. Quanti conoscono la storia della poliomielite in Italia, prima dell'inizio della vaccinazione di massa a partire dal 1964? Solo nel 1958, in Italia, furono notificati oltre ottomila casi; l'ultimo caso e' stato notificato nel 1982. Quanti conoscono gli esiti di quella "paralisi infantile" che ha riguardato migliaia di bambini, deceduti o comunque paralizzati anche in modo gravissimo? Quanti sanno cosa sia un polmone d'acciaio? Ricordare il passato potrebbe aiutare a fare scelte ben ponderate nel presente e a non abbassare mai la soglia di guardia nei confronti delle malattie trasmissibili.

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