Affari Europei

Redistribuzione migranti, tira e molla tra Est Ue e Bruxelles

L'Ungheria apre all'idea della redistribuzione all'interno dell'Europa dei richiedenti asilo, ma chiede  una forza Ue che protegga le frontiere. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri Peter Szijjarto: l'Ue dovrebbe istituire, senza esitare, una forza di polizia che protegga i confini greci, alla quale l'Ungheria contribuirebbe in modo significativo con poliziotti, soldati e soldi.

Szijjiarto ha proposto inoltre che l'Ue finanzi i campi profughi in Turchia, Giordania, Libano e Iraq e costruisca altri campi in questi Paesi, se necessario. Proprio ieri il presidente Orban ha dichiarato che parlare di quote è un "vero e proprio invito" ai migranti a venire in Europa.

Intanto la Repubblica Ceca, che fa parte del blocco dei Paesi dell'est europeo contrari alle quote, potrebbe accogliere 15.000 migranti per far fronte al bisogno di manodopera nel Paese. Lo ha affermato il ministro per i Diritti umani Jiri Dienstbierm in una intervista al quotidiano Pravo, dividendo i 15.000 in 5.000 lavoratori e 10.000 familiari.

Il ministro ha ricordato che secondo le ultime stime, l'industria ceca ha bisogno di 100.000 operai qualificati. "Parto dalla proposta di Confindustria, che e' disposta a impiegare immediatamente almeno 5.000 rifugiati, in base alla loro qualifica", ha affermato. "Il governo ceco ha detto che il nostro contributo sara' su base volontaria e quanto sto affermando e' in linea con tale orientamento", ha aggiunto Dienstbierm. La cifra di 15.000 e' di gran lunga superiore ai 2.978 previsti dal piano di ripartizione dell'Ue, a cui finora Praga si e' opposta.  

Con l'assalto dei migranti, l'Unione europea non è più un posto sicuro, ha invece affermato il premier slovacco, Robert Fico, lanciando l'allarme per la possibilità che tra coloro che arrivano ci siano "diverse migliaia di persone potenzialmente molto pericolose", tra cui terroristi dell'Isis.

"L'Ue e' assaltata da centinaia di migliaia di migranti e ha smesso di essere un posto sicuro", ha dichiarato il premier socialdemocratico. "La nostra sicurezza e' di primaria importanza", ha aggiunto Fico, spiegando che la Slovacchia "deve mostrare solidarieta' e aiutare le persone minacciate dalla guerra, persone che non hanno nulla da mangiare, ma non vi e' alcuna ragione per aiutare i migranti economici" che secondo il premier rappresentano "il 90 per cento".

Fico e' stato tra i piu' fermi oppositori della proposta della Commissione europea di stabilire quote di migranti da distribuire in ogni Paese Ue. Il premier socialdemocratico ha inoltre osservato che l'ondata migratoria senza precedenti dal Medio Oriente e dal Nordafrica verso l'Europa potrebbe favorire l'estrema destra. "Se non fermiamo questa ondata di migranti, vi e' il pericolo che i partiti tradizionali filo-europei siano rimpiazzati da partiti nazionalisti, xenofobi e anti-Ue", ha affermato il premier che nei giorni scorsi ha disposto il potenziamento dei controlli alla frontiera con Austria e Ungheria.

Intanto anche la Danimarca, uno dei Paesi contrari alle quote Ue, annuncia che e' disposta ad accogliere 1.000 rifugiati, su base volontaria, ossia al di fuori dei 120.000 che saranno ripartiti tra i Paesi Ue. Una posizione che ricorda quella di Londra che ha fatto sapere di poter ospitare 15.000 persone, che però verranno prelevate direttamente dai campi profughi in Giordania e Libano.