Roma e Atene in ordine con gli hotspot. Migranti, niente scuse al ricollocamento
Come si suol dire: l'Italia (e la Grecia) hanno fatto i compiti a casa. Oggi si apre a Bruxelles il vertice tra Unione europea e Turchia sul tema dei migranti. E nelle bozze degli accordi, giá vidimate dagli sherpa, l'Italia esce a testa alta. Gli hot spot sulle nostre coste funzionano a dovere: il 100% dei migranti che sbarca viene registrato e ospitato nelle strutture messe a disposizione del Viminale prima e dei comuni poi.
L'Italia dunque puó andare a Bruxelles e chiedere con forza che parta il ricollocamento dei migranti secondo quel piano Juncker che era stato votato e approvato da tutti i Vntotto l'anno passato, ma che non era mai entrato veramente in vigore. Negli ultimi mesi neppure 400 persone hanno lasciato l'Italia alla volta di altri Paesi Ue.
I Ventotto incontreranno il capo del governo turco Ahmet Davutoglu prima di riunirsi per affrontare una volta di più i problemi legati alla crisi dei profughi e i pericoli che corre lo spazio Schengen di libera circolazione. "Il flusso di migranti irregolari lungo la rotta dei Balcani occidentali sta giungendo al termine; questa rotta é ora chiusa": recita il testo provvisorio dell'ultima bozza di dichiarazione dei leader, attualmente sul tavolo dei 28 rappresentanti diplomatici dei paesi dell'Unione riuniti a poche ore dall'inizio del vertice.
Poco più di due settimane dopo l'ultimo Consiglio europeo e a meno di due dal prossimo, i capi di stato e di governo dell'Unione europea verranno aggiornati dal presidente Donald Tusk sugli esiti del suo viaggio che nei giorni scorsi ha toccato tutti i paesi della rotta balcanica e la Turchia. L'obiettivo é dunque quello di dichiarare "chiusa" tale rotta, attraverso la "piena applicazione del codice delle frontiere Schengen" e la fine del cosiddetto "approccio a ondate", ovvero delle iniziative nazionali di ripristinare i controlli alle frontiere per ostacolare l'ingresso dei migranti in arrivo dalla rotta balcanica.
I Ventotto si impegneranno a sostenere la Grecia utilizzando "tutti gli strumenti e le risorse Ue disponibili e i contributi degli Stati membri", come si legge nella bozza, per difendere le frontiere esterne dello spazio Schengen; ma soprattutto, la Turchia dovrà fare di piu' per evitare che i profughi lascino le sue coste diretti in Europa e accettare di riprendere quei migranti ai quali in Europa non sara' stato riconosciuto il diritto alla protezione internazionale. Nella dichiarazione di domani, i capi di stato e di governo dovrebbero anche adottare l'obiettivo, proposto dalla Commissione, di ripristinare completamente lo spazio Schengen di libera circolazione entro la fine dell'anno.