Affari Europei
Schengen, la Germania detta la linea. Possibile stop per due anni

Ora Berlino, dopo Vienna, spinge per la sospensione di Schengen. E a Bruxelles stanno pensando di seguire il consiglio. Sempre più concreta l'ipotesi di stop per due anni. Renzi protesta: "Si mette a rischio l'idea stessa di Europa".
Se l'Europa non saprà trovare una soluzione comune, la questione dei migranti sarà affrontata con "scelte nazionali" e questo creerà nuovi problemi all'Unione, aveva detto nei giorni scorsi Hans Jorg Schelling, ministro delle finanze dell'Austria. "Abbiamo 1,3 milioni di rifugiati suddivisi tra solo tre Paesi, che sono l'Austria, la Germania e la Svezia, e questo è un tema importante. Se sarà difficile trovare una soluzione europea nei prossimi mesi, si prenderanno decisioni nazionali e questo non sarà un bene per l'Europa, anzi, darà vita a una nuova questione irrisolta. E' tutto in movimento, ma il problema è che l'onere è solo su tre Paesi e questo non lo accetteremo mai".
A distanza di una manciata di ore, anche la Germania ha deciso di muoversi sulla stessa linea, prorogando a tempo indefinito la sospensione di Schengen. "Manderemo indietro tutti coloro che non hanno documenti validi per chiedere asilo in Germania", ha affermato il ministro dell'Interno di Berlino, Thomas De Maizière. La Germania ha cominciato il pressing su Bruxelles e ora le istituzioni Ue, secondo più fonti, sarebbero molto vicine ad accontentare le richieste di Berlino.
Secondo l'articolo 26 del Codice Schengen, in caso di "carenze gravi e persistenti" nei controlli alle frontiere esterne, la Commissione Ue può proporre al Consiglio di raccomandare che uno o più Stati reintroducano i controlli alle frontiere interne, fino ad un massimo di due anni. Di fatto si tratta di una strada da imboccare quale "ultima risorsa", a cui guardare se entro le prossime settimane le misure decise a 28 non inizieranno davvero a funzionare, e gli arrivi a diminuire. Ma secondo fonti Ue il punto potrebbe essere già discusso al summit Ue di febbraio. Anche perché dopo il 14 maggio i controlli reintrodotti da Berlino saranno fuori tempo massimo e l'unica possibilità per continuare a condurli in un quadro di legalità sarebbe appunto l'articolo 26.