Affari Europei

Summit dei ministri dell'Interno Ue. Sul tavolo intelligence e controlli alle frontiere

I ministri degli Interni e della Giustizia dell'Unione europea affronteranno oggi a Bruxelles la questione della sicurezza dei cittadini Ue dopo le stragi di Parigi e la libera circolazione degli stessi all'interno dell'Unione, il cosiddetto trattato di Schengen.

Il tema si intreccia inevitabilmente con quello dei controlli sui migranti in arrivo in Europa, nei cosiddetti "hotspot". L''Italia sarà rappresentata a Bruxelles dai ministri Angelino Alfano e Andrea Orlando. La riunione straordinaria, chiesta dalla Francia, si svolgerà a sette giorni esatti dagli attentati di Parigi.

Nel frattempo, le indagini hanno permesso di scoprire che alcuni dei responsabili delle stragi di venerdì scorso erano già stati identificati e considerati sospetti dalla polizia belga, e che questa informazione non era stata resa disponibile agli altri paesi. Inoltre, alcuni terroristi sono entrati in Europa approfittando degli scarsi controlli alle frontiere di primo arrivo, in particolare in Grecia, in piena emergenza profughi. Ecco perché i controlli ai confini esterni e lo scambio delle informazioni diventano i due punti fondamentali della discussione fra i 28.

Le norme che regolano lo spazio di libera circolazione prevedono lo "Schengen information system" (Sis), un sistema di raccolta dei dati che dovrà essere aggiornato con tutte le informazioni che ogni paese ha sui foreign fighters di ritorno in Europa.

Come ha riferito una fonte della presidenza lussemburghese, "anche se non ci sarà nessuna decisione esplicita riguardante i controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen, inevitabilmente questo sarà un tema del Consiglio". Inoltre, ha spiegato, "le frontiere interne sono indirettamente coinvolte a causa dell'aumento di scambio di informazioni che coinvolgerà le polizie".

Le conclusioni (frutto di un lavoro diplomatico preliminare) prevedono che i centri di registrazione e identificazione dei migranti che sono in via di realizzazione nei paesi di primo arrivo ("hotspot") "siano equipaggiati con la tecnologia rilevante" allo scopo di consentire l'inserimento di tutti i dati di chi arriva. La raccolta di questi dati, si legge ancora nelle conclusioni, sarà fatta in collaborazione con Europol, che manderà "in stretta cooperazione con gli stati coinvolti, suoi funzionari negli hotspot per sostenere il processo di registrazione, in particolare rafforzando i controlli secondari di sicurezza".