Ue, ecco cosa cambia con l'euroscettico Kurz alla guida dell'Unione europea
Il premier austriaco Sebastian Kurz guiderà l'Unione europea per sei mesi. Il primo obiettivo sono le elezioni in Baviera in ottobre, poi quelle Ue di maggio
L'AUSTRIA ALLA GUIDA DELL'UNIONE
Dal primo luglio Sebastian Kurz, premier austriaco, é anche presidente del Consiglio Ue, l'organo dell'Unione europea che riunisce tutti i capi di Stato e di governo dei Ventotto. Kurz, enfant prodige della politica austriaca, é un uomo di destra che governa in una coalizione insieme a Heinz-Christian Strache, leader del partito di estrema destra Fpö. Un movimento populista e fortemente euroscettico noto in Italia per voler costruire un muro al Brennero per fermare i (pochi) migranti che valicano il confine. Con un uomo come Kurz a capo del Consiglio che cosa dobbiamo aspettarci?
IL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO UE
Di concreto non molto a dire la verità. Il ruolo di presidente del Consiglio Ue, molto importante prima della riforma di Lisbona, é oggi estremamente indebolito. Esiste infatti un presidente permanente del Consiglio, carica oggi ricoperta dal polacco Donald Tusk, mentre la presidenza a rotazione ha oggi più che altro un valore simbolico. Il presidente di turno definisce (in parte) l'agenda dei lavori del Consiglio e quindi puó influenzare i temi di dibattito, ma poco altro.
PIU' VICINA L'INTERNAZIONALE POPULISTA
Però dal suo ruolo di presidente dell'Unione Kurz avrà la possibilità di mettere un altro tassello nella direzione di quella Internazionale populista teorizzata da Steve Bannon, lo stratega che ha portato alla vittoria negli usa Donald Trump. L'obiettivo imminente sono le elezioni in Baviera, ma guardando più in là il premio finale sono le elezioni europee dell'anno prossimo.
LE ELEZIONI IN BAVIERA
Il 14 ottobre si vota nella ricca e influente Baviera e Angela Merkel teme in una debacle della Csu, alleata di governo insieme alla Spd. La questione migratoria sta spostando l'elettorato verso le posizioni di Alternativa per la Germania e per questo motivo Horst Lorenz Seehofer, il potente ministro dell'Interno bavarese, ha minacciato le dimissioni (e magari una crisi di governo) nel caso in cui non si riesca a frenare il flusso dei migranti.
LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2019
Se Afd vincesse in Bavaria e il governo Merkel dovesse cadere per il fronte populista si aprirebbero scenari inimmaginabili fino ad oggi. Un Germania al voto o comunque con una Merkel estremamente indebolita, creerebbe un asse tra Berlino, Roma e Vienna. Un asse che si troverebbe in sintonia su molti fronti anche con l'Ungheria di Orban o la Polonia di Mateusz Morawiecki. Insomma, l'Internazionale populista si presenterebbe alle elezioni Europee sulla cresta dell'onda e la famiglia più potente nel prossimo Parlamento europeo potrebbe non essere più quella dei popolari, ma degli euroscettici, soprattutto dopo l'addio di Londra.