Affari Europei

Ue-Uk, Merkel guida il fronte pro-hard Brexit

Da sostenitrice di una soft Brexit Angela Merkel é diventata la piú acerrima nemica di Londra. Ecco i motivi della trasformazione

 

L'orgoglio britannico ha giá fatto i suoi danni. Dopo la vittoria del Leave al referendum sulla Brexit Matteo Renzi e Francois Hollande si scagliarono contro Londra annunciando che per i britannici l'addio all'Unione si sarebbe trasformata in un bagno di sangue. Per i Paesi mediterranei Bruxelles doveva adottare una linea intransigente negoziando le condizioni piú svantaggiose per Londra. Merkel invece sosteneva l'esatto contrario. Affermò che la Gran Bretagna restava un Paese amico dell'Unione con il quale bisognava stringere relazioni vantaggiose per entrambi.

Merkel alla testa di chi vuole una hard Brexit

Oggi invece Merkel ha cambiato schieramento e sembra guidare la pattuglia di chi vuole una hard-Brexit. La cancelliera tedesca lo ha detto esplicitamente davanti al Bundestag: i britannici non devono "farsi illusioni". Una volta che diventera' un paese terzo il Regno Unito "non avra' gli stessi diritti, o diritti piu' vantaggiosi, di uno Stato membro", ha avvertito Merkel. I 27 sono convinti di trovarsi in una posizione negoziale piu' forte. E' il Regno Unito che ha piu' da rimetterci in caso di mancato accordo sulla Brexit. L'ultima bozza delle linee guida discussa dagli sherpa dei 27, del resto, e' stata rafforzata rispetto alla prima versione presentata dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

Merkel irritata dalla spocchia britannica

Ma perché questo cambio di atteggiamento? Le risposte sono almeno tre. Primo, Merkel ritiene che sia necessario dare una lezione a Londra per evitare che altri Paesi possano intraprendere la strada della secessione dall'Ue. Secondo, Merkel é convinta che sia dovere dell'Unione negoziare le migliore condizioni per i suoi cittadini. Terzo, Merkel é profondamente irritata per la supponenza con cui May tratta i partner europei. In particolare ha mandato su tutte le furie la Cancelliera quando ha scoperto che Londra sta giá negoziando accordi commerciali con Paesi terzi (e ha tentato di farlo anche con Paesi Ue). Una opzione severamente vietata dai trattati che affidano alla sola Bruxelles l'iniziativa in questo campo.

Ue unita contro la Gran Bretagna

"Siamo uniti, abbiamo una linea chiara e siamo pronti", ha detto Michel Barnier, il capo negoziatore dell'Unione europea sulla Brexit, al termine di una riunione a Lussemburgo dei ministri degli Affari europei per mettere gli ultimi ritocchi alla bozza delle linee guida dei negoziati con il Regno Unito. In un Consiglio europeo a 27 sabato 29 aprile a Bruxelles, i capi di Stato e di governo saranno chiamati a adottare formalmente le linee guida delle trattative con il governo di Theresa May. Il negoziato si annuncia complesso e pieno di incognite. Ma i 27 ha una certezza: non intendono fare concessioni a Londra, almeno fino a quando il Regno Unito non avra' acconsentito alle priorita' dell'Ue su diritti dei cittadini, impegni finanziari e frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord.

Bruxelles inflessibile sui diritti dei cittadini Ue in Uk

Sui diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito, il documento - anticipato dall'Agi due giorni fa - prevede "l'acquisizione della residenza permanente dopo un periodo continuativo di cinque anni di residenza legale". Inoltre, "i cittadini dovrebbero essere in grado di esercitare i loro diritti attraverso procedure amministrative semplici".

Divorzio costoso per Londra

Sul conto che il Regno Unito deve pagare prima di lasciare l'Ue, la bozza prevede che l'accordo finanziario includa non solo gli impegni assunti nel bilancio pluriennale dell'Ue, ma anche nell'ambito della Banca Europea degli Investimenti, del Fondo Europeo di Sviluppo e della Banca Centrale Europea. L'accordo finanziario unico deve assicurare che sia l'Unione sia il Reno Unito rispettino gli obblighi risultanti dall'intero periodo di appartenenza del Regno Unito all'Unione", dice il testo. Colpo duro per May: il documento chiede anche che Londra paghi per gli impegni assunti nel bilancio pluriennale che scade nel 2020. In altre parole, il Regno Unito dovrebbe continuare a contribuire al bilancio comunitario come se fosse uno stato membro anche dopo la sua uscita formale nel 2019 (con ogni probabilita' fino al 2021).

Prima Londra esce dall'Ue, poi si puó negoziare un accordo di libero scambio

Sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito, la nuova bozza sottolinea che "il governo britannico ha indicato che non cerchera' di rimanere nel Mercato Unico, ma vorrebbe perseguire un ambizioso accordo di libero scambio con l'Ue. Sulla base degli interessi dell'Unione - prosegue il testo - il Consiglio europeo e' pronto a avviare il lavoro verso un accordo commerciale, da finalizzare e concludere una volta che il Regno Unito non sara' piu' uno Stato membro". I 27 sembrerebbero pronti a avviare discussioni preliminari con Londra su un accordo di libero scambio anche prima dell'uscita formale del Regno Unito dall'Ue. Ma ci sono dei paletti. Merkel ha spiegato che prima di discutere del futuro si dovranno chiarire "in modo soddisfacente" i termini della sua uscita dall'Unione, compresi gli "obblighi finanziari" del governo di Londra.

La cancelliera ha avvertito che la tabella di marcia del negoziato sara' "in questo ordine, non il contrario". Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che mercoledi' ha cenato con May, ha fissato anche fissato una data molto piu' lontana rispetto a quella desiderata da Londra. Per Juncker, non e' "realistico arrivare a un accordo sulle relazioni future prima di ottobre 2018", ha spiegato il portavoce della Commissione.