La One Night di Artland con Ivano Facchetti e i suoi supereroi

Batman, Spiderman e Darth Vader si trasformano in coinquilini non più soltanto per lo sguardo, ma anche fisicamente nelle nostre dimore

Di Milo Goj
Cronache dal mercato dell'arte

La mostra dei supereroi anima per una sola notte la metropoli che non dorme mai

Una notte sola nella splendida Milano di inizio maggio per visitare una mostra singolare ed inedita,' POPLAND. Oltre, Meta, Ultra', di Ivano Facchetti, a cura di Luca Cantore D’Amore, organizzata da Arland Milano. Il progetto trasgressivo e audace, a partire da luogo davvero atipico per l’esposizione, Republic Milano, in Piazza della Repubblica, ruota attorno ad un artista giovane e ultra-contemporaneo, originario di Caravaggio, conosciuto per oltrepassare la gabbia della tela e della cornice. 

Con le sue composizioni POP o “ultra POP”, come le ha definite il critico d’arte Luca Cantore D’Amore, riesce a produrre un effetto deflagrante sulle icone che omaggia e che propone dentro le vite di ciascuno, come elementi di rottura inconfondibili. Batman, Spiderman, Roger Rabbit, Darth Vader si trasformano in coinquilini non più soltanto per lo sguardo, in un immaginario statico, ma anche fisicamente nelle proprie dimore, negli spazi e le relative intimità, attraverso una percezione quasi oggettuale dell’immagine e, prima ancora, dell’idea. 

“L’estetica di Ivano Facchetti sembra provenire da uno spettro galattico di una dimensione metallica e cromata molto lontana - afferma D'Amore -. L’Artista, finalmente, riesce ad aggiungere, a variare, a distorcere virtuosamente la stasi figurativa all’interno della quale versa la Pop Art da ormai una dozzina d’anni. Ivano Facchetti, attraverso un procedimento che è innanzitutto mentale, genera nuove traiettorie di un’estetica che, senza di lui, avrebbe potuto definirsi stantia o, addirittura, ripetitiva. La grande forza rivoluzionaria di alcuni filoni dell’immagine e della creazione, infatti, spesso, si dimentica che, storicamente, ha trovato il proprio senso e la propria collocazione nel panorama contemporaneo poiché figlia dell’epoca e del periodo a cui appartiene - e che l’ha generata". 

Ed ecco poter ammirare le opere di questo giovane artista, che sembra quasi averle composte di carne e di ossa: grazie a questa intuizione provocatoria e memorabile della dimensionalità dell’opera che, finalmente, con una felice grazia e attraverso un ponderato equilibrio compositivo (che è ponderato anche quando, volutamente eccede), riesce a collocarsi, senza disturbare. Quasi sedendosi sulle spalle dei giganti, in un’identità che, oscilla serenamente tra quella del quadro, del design, del complemento d’arredo o della scultura. 

Per accompagnarci, come intuisce D'Amore, ai confini del sensato, dove, spesso, si possono scovare nuove e impreviste derive di significati che, d’un tratto, ci lasciano attoniti e stupefatti dinanzi alle rivelazioni che, in noi, talvolta, ne derivano. Andando Oltre, invita il critico d'arte, perché la più potente delle attrazioni “è il concetto di limite da valicare entro cui ci introduce, come in una passeggiata mentale, incontrando una possibilità di superamento, tutta nelle nostre mani e nelle nostre menti, che appartiene solo ed esclusivamente a noi stessi”. 

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