Abusi nella casa di riposo di San Donà. L'operatore dal carcere: "Curatemi"

È stato arrestato il 25 novembre 2022 e nelle ultime ore ha espresso il desiderio di essere curato

Cronache

San Donà di Piave (VE), nuovi risvolti in merito agli abusi in una RSA: parla l'operatore in carcere

Nuovi particolari e l'appello dell'operartore socio-sanitario finito in carcere, per la storia degli abusi sessuali nella RSA Monumento ai caduti di San Donà di Piave (Venezia), si aggiungono all'indagine svolta dai carabinieri. A Davide Barresi sono stati contestati probabilmente i reati più gravi, è stato arrestato il 25 novembre 2022 e nelle ultime ore ha espresso il desiderio di essere curato.

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Abusi nella RSA, l'operatore socio-sanitario Baresi: "Curatemi"

Da quanto si apprende da Il GazzettinoDavide Barresi ha chiesto la possibilità di essere curato attraverso i suoi legali Giorgio e Luca Pietramala, i quali si erano visti rigettare la richiesta di perizia psichiatrica da parte del pm Andrea Petroni. Ora i difensori di Barresi sono pronti a presentare la richiesta di incidente probatorio sul tavolo del giudice per le indagini preliminari, mentre il loro assistito sostiene di non aver mai perpetrato maltrattamenti nei confronti dei pazienti. Dopo il suo arresto Barresi, avvenuto il 25 novembre 2022, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Abusi nella RSA, le accuse di violenza sessuale

Secondo le indagini, tra il 16 novembre e il 25 novembre 2022 – giorno del suo arresto – Davide Barresi si sarebbe macchiato di ben 13 episodi di violenza sessuale durante i quali approfittava del riposo degli ospiti per masturbarsi, mimare o portare a termini veri e propri atti sessuali, il tutto ripreso dalle videocamere monitorate dai carabinieri. Secondo il sostituto procuratore Andrea Petroni, Barresi approfittava “delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle pazienti ospiti della casa di riposo”.

Come ricostruisce Il Gazzettino, per Davide Barresi non si tratta delle prime accuse: anni prima era stato coinvolto in un’indagine analoga mentre lavorava all’ospedale psichiatrico di Agordo (Belluno) e condannato in primo grado. In seguito era stato assolto dalla Corte d’Appello di Venezia.

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Abusi RSA, la ricostruzione e le indagini dei Carabinieri

Come riporta Il Gazzettino, la vicenda giudiziaria ha avuto inizio nell’ottobre 2022, quando una donna si era allarmata notando che sua madre, ricoverata presso la struttura, presentava dei lividi sul corpo. Per questo il medico curante aveva presentato tre esposti e si era messa in moto anche la nuova direzione con un’indagine interna. I reati peggiori si consumavano nella cosiddetta Ala Viola della RSA “Monumento ai Caduti”, il tutto aggravato da un pesante clima di omertà tra gli operatori.

Per questo i carabinieri avevano installato delle telecamere, prima in due stanze e poi in sette locali, evidenziando quanto fosse estesa la rete di violenze perpetrate contro gli ospiti. Ad aggravare l’intero impianto investigativo è stata la morte di una paziente, con la salute compromessa già dal mese di febbraio per via di una frattura alle costole. Ricoverata all’ospedale per il peggioramento delle sue condizioni di salute, in poco tempo l’anziana è deceduta a seguito di un versamento polmonare.

Per questo sul corpo della donna è stata disposta l’autopsia che determinerà un collegamento tra le ferite riportare e i maltrattamenti contestati. Nella giornata di martedì 14 marzo i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare contro 4 operatori firmata dal pm Petroni.

 

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