Amanda Knox, Cassazione: "Si rifaccia il processo per calunnia contro Lumumba"

Si terrà a Firenze il nuovo processo a carico dell'americana, dopo che il ricorso dei suoi legali è stato accolto. Knox non rischia un aggravamento di pena

Di Redazione Cronache
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Amanda Knox, salta la condanna a tre anni per calunnia contro Lumumba. Cassazione: "Si rifaccia il processo"

Amanda Knox era stata condannata per calunnia a Patrick Lumumba quando fu assolta, insieme a Raffaele Sollecito, per l’omicidio di Meredith Kercher. Nell'ambito di quell'inchiesta, infatti, l'americana ritenuta non colpevole del misfatto avvenuto a Perugia il primo novembre 2007, era stata condannata a tre anni di reclusione per aver aver accusato l'uomo di essere l'assassino. 

La decisione però è stata impugnata dai difensori dell’americana sulla base di una pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva riconosciuto la violazione del diritto di difesa di Knox. Ebbene, la Cassazione ha accolto il ricorso di Amanda Knox e disposto un nuovo processo a Firenze. 

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Amanda Knox, il legale di Lumumba:  "Istituito un quarto grado di giudizio"

Secondo Carlo Pacelli, avvocato di Patrick Lumumba, - riporta Open - istituisce "a tutti gli effetti un quarto grado di giudizio" la decisione della Cassazione revocando la condanna che era ormai definitiva per calunnia nei confronti di Amanda Knox con un nuovo processo" ha sottolineato l’avvocato Carlo Pacelli, legale di Patrick Lumumba.

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La decisione è stata presa non solo in base a una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo ma anche in virtù dell’articolo 628 bis del codice di procedura penale introdotto dalla riforma Cartabia. "Quanto stabilito ora dalla Cassazione pone un problema di certezza del diritto e di sovranità della nostra giurisprudenza» ha dichiarato l’avvocato Pacelli all’Ansa. "Si pone – ha aggiunto – una questione di rapporti tra la decisione della Corte europea e la giurisdizione italiana".

Il legale di Lumumba ha poi spiegato che Knox nel nuovo processo per calunnia non rischia un aggravamento della condanna a tre anni di reclusione, già scontati. "Non è infatti prevista una reformatio in peius, cioè più afflittiva per chi ha fatto appello", ha precisato Pacelli. 

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