Ancona, uccide la moglie a coltellate: è giallo sul braccialetto elettronico

Nonostante il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico, l'operaio Panariello è riuscito a uccidere la moglie. Convalidata la detenzione

Di Redazione Cronache
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Ancona, uccide la moglie con 15 coltellate: "Il braccialetto elettronico non ha funzionato"

Il gip del tribunale di Ancona, Sonia Piermartini, ha convalidato il fermo e la detenzione in carcere di Franco Panariello, reo confesso dell’omicidio con 15 coltellate della moglie, Concetta Marruocco, dalla quale si stava separando. L’operaio di Torre del Greco è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dal rapporto di parentela. Il pm Paolo Gubinelli sta anche valutando altre aggravanti legate a maltrattamenti in famiglia e all’aver commesso l’omicidio alla presenza della figlia sedicenne. La procura di Ancona ha affidato oggi l’autopsia sul corpo della vittima al medico legale Francesco Busardo.

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Concetta aveva denunciato il marito dopo venti anni di violenze e abusi: per lui era intervenuto un divieto di avvicinamento a meno di 200 metri e il braccialetto elettronico. Che però, riporta il Corriere della Sera, non ha funzionato. E non avrebbero funzionato neanche i due dispositivi collegati al braccialetto che avevano Concetta e la figlia. O meglio dei due se ne sarebbe attivato solo uno, ma quando l’uomo era già in casa loro. "I dispositivi sono stati sequestrati ed attendiamo l’esito degli accertamenti tecnici — dicono gli inquirenti —. Alle forze dell’ordine comunque non è arrivato alcun alert". Dopo l’arresto, Franco Panariello il braccialetto lo aveva alla caviglia. Quindi se non se n’è disfatto restano in piedi solo le ipotesi di un guasto o della manomissione.

Come era già successo. Panariello è entrato in casa della moglie con una copia delle chiavi. "L’ho trovata per caso alcuni giorni fa", ha detto dopo l’arresto. Eppure i segnali di quanto fosse pericolosa e concreta la minaccia per la donna c’erano tutti. Basta leggere l’ordinanza che ha disposto il divieto di avvicinamento. Le violenze erano iniziate nel 2004 "quando per futili motivi la prendeva per il collo e le sbatteva la testa contro la parete e lei, per sottrarsi, era costretta a fuggire nella caserma dei carabinieri". Più volte poi "la picchiava in presenza della figlia e di altri familiari".E poi le violenze sessuali e i maltrattamenti ai figli. Lei aveva sopportato per venti, lunghi anni. Ma a inizio 2023 aveva trovato il coraggio di dire basta.

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