Bergoglio, il "Papa perplesso" che gettò al vento le pagine del Vangelo

La differenza, ridotta ai minimi termini, tra la strada Ratzinger e quella Bergoglio, sta nel rapporto con l'evoluzione politica e dei costumi

l'opinione di Paolo Diodati
Funerali del Papa Emerito Benedetto XVI
Cronache

Svolta Bergoglio: pagine del Vangelo al vento

Non seguo e non presto particolare attenzione alle vicende papali, ma una frase di un anonimo e un'immagine, mi sono rimaste impresse. La frase: "Da ateo, Papa Giovanni, prego per te." Volutamente autocontraddittoria, inutile sottolineare la sua bellezza, la sua forza, l'impotenza disperata che esprime. L'immagine: il Vangelo, che doveva essere nelle mani del neo eletto Papa Bergoglio, lasciato su un tavolino, con le pagine voltate dal vento. E lo scranno papale vuoto.

Bergoglio, non presentandosi a un concerto voluto da Ratzinger, aveva così rimarcato, platealmente, il suo essere nuovo. Di continuità rispetto a Ratzinger, lo statico conservatore, destinato ad essere emarginato sempre più in un mondo in rapido e profondo cambiamento. Quel tipo di esordio, visto ai TG, non mi piacque affatto: avrebbe potuto annullare il concerto e nessuno se ne sarebbe accorto, ad esclusione dei musicisti e dei tecnici. Ma il Papa rivoluzionario, volle fare un gesto eclatante, in modo che tutti i TG di quasi tutto il mondo ne parlassero e ritrasmettessero le immagini dello scranno vuoto e delle pagine al vento, per diversi giorni.

Il Papa che voleva piacere al popolo progressista poi accettò, di buon grado, un confronto a tutto campo, riportato dai giornali, con una volpe come Eugenio Scalfari. Ovviamente ne uscì "suonato". Non ai punti, ma per KO. Il mio commento fu ovvio: "Habemus Papam Pullum". E, spesso, l'ho chiamato Papa Pollo, in polemica con tutti i difensori del Papa a prescindere. 

Vediamo il perché di una tale definizione irriguardosa. Ratzinger e Bergoglio: due strade profondamente diverse per tentare di salvare il cristianesimo. Strade per ora divergenti, ma costrette a riunificarsi, per poi combattere strenuamente per limitare i danni causati dal progresso per cui, è prevedibile, dalle masse oceaniche attuali, i cristiani tenderanno a essere "pochi, ma buoni". 

La differenza, ridotta ai minimi termini, tra la strada Ratzinger e quella Bergoglio, sta nel rapporto con l'evoluzione politica e dei costumi. Bergoglio, eletto dai progressisti (tra l'altro con una votazione ritenuta nulla e polemiche accese) s'è presentato e ha agito da progressista. Ma per continuare a essere progressista e a piacere ai progressisti, un Papa deve adattare la dottrina cristiana, alle conquiste che questi chiedono e poi, di fatto, impongono.

All'eccessiva emarginazione del passato di (diciamolo alla Vittorio Feltri) "finocchi e lesbiche", c'è stata una reazione eccessiva, arrivando al "liberi tutti" e, se uno obietta qualcosa o dice "non esageriamo", si becca del reazionario contrario alla libertà. Non m'è piaciuta la Schlein che come caratteristica più notevole, nel presentarsi, ha tenuto a precisare di essere bisessuale. Storcendo il naso, per non essere tacciato di conservatorismo, ma volendo dimostrare d'essere ancora più progressista, le ho dato (ma al bar) della razzista, perché magari esclude il terzo sesso, quello con gorilla e scimpanzè, ovviamente bisessuali (poverini).

Utero in affitto, due uomini (marito e marito) vogliono e ottengono un figlio. Un uomo si trasforma in donna e vince le gare di sollevamento pesi. Per fare l'ultra progressista ho proposto ai miei due colleghi, compagni di merende, di fare un "trio di fatto", ma quelli progressisti a parole, si tirano indietro e allora li bollo come conservatori. Insomma, in questo mondo di pazzi, che fine può fare Bergoglio e tutto il suo seguito di progressisti a rimorchio delle stravaganze degli annoiati? Seguire, obtorto collo, l'esempio del figliol prodico. Quindi, strada chiusa e tornare ai Ratzinger. Ma i nuovi Ratzinger, dovrebbero essere un misto tra Marcello Veneziani e Carlo Rovelli, sintetizzati in una persona.

Marcello Veneziani sottolinea che si può parlare a due livelli del Cristianesimo. Quello per i semplici (diciamo gl'ignoranti e semplici, come certamente erano gli apostoli) e quello ad alto livello che va aggiornato in continuazione, in base anche alle conoscenze scientifiche. E qui, anche se non lo dice Veneziani, cito una novità anche grazie a CarloRovelli, che mi regalò questa "chicca". Una sottile terapia esistenziale, pel mal di vivere quasi una cura, per chi ancor si arrovelli, coi gran problemi che, son sempre quelli e della vita vede quasi solo il male, il fisico Sean Carroll ha scovato, pensando e ripensando ai problemi "Sulle origini della vita, del significato e dell'universo" e scrivendo un libro che il nostro buco bianco Rovelli (buco bianco nel senso che è un vulcano di idee) ritiene che tutti dovrebbero leggere. Nel libro si nota l'importanza, pur nell'assoluta mancanza di possibili forme di misura, con filosofica eleganza, del gran disegno della vita.

Non è qui il caso di avventurarci in speculazioni che farebbero inorridire chi con la teoria darwiniana, semplifica tutto e ci ritiene figli del fango arrivati a quello che siamo solo in base alla selezione naturale. Quanti oculisti sono in crisi conoscendo la complicazione inimmaginabile di un occhio! Ma è certo il caso d'essere d'accordo con la mia definizione di Papa Pollo, perché con Eugenio Scalfari ha accettato e perso il match, per dirla alla Veneziani, affrontando il discorso al livello più basso.

Parole di Veneziani: "Ora la storia del cristianesimo, la vita e la dottrina del cristianesimo, ha una lettura “semplice” per la gente semplice, e una lettura complessa per chi è in grado di approfondire."

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