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Berlusconi, Zangrillo sbotta con i giornalisti: "Sta bene, ma che cazzo ve ne frega del suo umore"

di Redazione

Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi, ora ricoverato al San Raffaele, perde le staffe dopo le domande insistenti dei giornalisti

Berlusconi ricoverato, il medico personale Zangrillo perde la pazienza con i giornalisti: "Ma che cazzo ve ne frega..."

“Vi dico come sta, ma poi andate a casa per Pasqua”. La premessa di Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi, è chiara. Ma, come da vocabolario, alla fine i giornalisti fanno perdere la pazienza al dottore del San Raffaele. 

Silvio Berlusconi, “anche davanti a una patologia grave in una situazione veramente difficile, sta rispondendo bene alle terapie”. È il quadro offerto dal suo medico personale, primario del reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano in cui il Cavaliere è ricoverato da mercoledì scorso per un'infezione polmonare in un quadro di una leucemia mieolomonicitica cronica. 

Guarda la reazione di Zangrillo. Video per gentile concessione di RaiNews24 

 

“Sono sereno e in qualche modo fiducioso, perché le cose stanno andando secondo gli standard attesi. Stiamo facendo del nostro meglio”, chiarisce Zangrillo. “Noi abbiamo una strategia terapeutica molto precisa per cui fughe in avanti e indietro, quindi il pessimismo e l'ottimismo, non rispondono a dei criteri di obiettività ai quali un medico serio è chiamato”.

Poi il professore si scaglia contro coloro che “si permettono di dare delle ipotesi, delle previsioni e dei giudizi sul fatto che Berlusconi potrà o meno continuare a lavorare e a fare politica. Non sarebbe serio. Le tempistiche? Chiedetele a qualcun altro”. 

Ma non è tutto. Zangrillo ha colto l'occasione per criticare l'intervento di un collega del Gemelli sulla situazione clinica del Cavaliere pubblicato sabato 8 aprile su La Stampa. Infine, alla domanda di un cronista sull'umore di Berlusconi, è sbottato: “Ma che cazzo ve ne frega dell'umore?”. Ma a qualcuno non bastava e, una volta incalzato di nuovo sul “telefono ritirato”, la risposta di Zangrillo è stata definitiva: “Puttanate”.